Le volate così diverse dei sindaci di Bolzano e di Merano



L’ha spuntata il vecchio leone. Sarà dunque Caramaschi bis, a Bolzano. E ha concesso il bis anche Paul Rösch a Merano. Il primo ha però vinto volando. Il secondo arrancando. Da domenica notte, il capoluogo ha dunque un... nuovo vecchio sindaco. L’aggettivo non suoni urticante. È una doppia realtà: politica, visto che si va avanti con lo stesso auriga, e anagrafica, considerato che Caramaschi terminerà il suo secondo mandato a un soffio dai suoi primi 80 anni. Bolzano sceglie dunque la continuità. Punta sull’usato sicuro: il padre al quale s’era affidata cinque anni fa, quando all’improvviso - anche se non senza preavviso - si sbriciolò l’esperienza Spagnolli. Gli elettori hanno scelto ancora il tecnico prestato alla politica: l’uomo solo al comando. Capitan Renzo non ama questa definizione, ma sotto sotto sa che la sua debolezza coincide con la sua forza. Il suo decisionismo - il suo «io» smodato, come lo definirebbe lo sconfitto Zanin - a qualcuno piace infatti molto. Non deve però abusarne: perché alla lunga alcuni suoi atteggiamenti potrebbero logorare giunta e consiglio. 

 Caramaschi dovrà dunque guardarsi allo specchio e dire a Renzo che serve uno sforzo. Sia chiaro: per lui è impossibile trasformarsi nell’uomo senza spigoli, buono per ogni mediazione; ma diventare l’uomo del dialogo è possibile. Di più: è necessario. 

Soprattutto dopo questa lunga campagna elettorale. Adesso inizia infatti il tempo dell’ascolto. Serve rammendare gli strappi: ricucire centro e periferia, riannodare il filo del dialogo con consiglieri comunali (e cittadini) che hanno passato gli ultimi mesi a darsele di santa ragione. Dal ballottaggio di domenica 4 ottobre, al di là dei numeri, la città esce in parte spezzata. Lo si era capito già al primo turno, anche se Caramaschi aveva sorpreso più d’uno con il suo (pur esiguo) vantaggio. Se ne è avuta conferma domenica 4 ottobre. Un trionfatore c’è, ma c’è anche uno sconfitto che ha dimostrato che c’è anche un’altra Bolzano. In città vince la linea per così dire tradizionale: eccezion fatta per la brevissima stagione di Benussi, il capoluogo non s’è mai spostato dal centro, se non per muoversi di qualche millimetro verso sinistra. Questa Bolzano ha domato l’onda d’urto leghista e gli attacchi di un centrodestra che ha affrontato unito e compatto questa sfida elettorale, anche se poi ne è uscito a pezzi (pensate a Forza Italia, di cui forse solo i Ris potrebbero trovare le tracce). Ma c’è un’altra Bolzano, per così dire di moderato centrodestra, che merita attenzione: Zanin ha cercato di farla emergere con uno stile nuovo. Lo sconfitto ha infatti ben incarnato il desiderio - anagrafico e politico, anche se minoritario - di cambiamento. Il centrodestra, considerato che da sempre fatica a trovare nuova classe dirigente, ora dovrà cercare di tenerselo stretto. Anche se Zanin è sceso in campo per andare al governo, non per trasformarsi in capo di una specie di governo ombra della città. A proposito di governo: ora la curiosità si sposta sulla formazione della giunta. Scontato lo spazio per una Svp che ha portato a Caramaschi i voti necessari per vincere. Meno scontato il peso che avranno gli altri partiti del centrosinistra, anche perché il “risindaco” ha puntato molto sulla sua lista e sui “suoi”. Molti si sono chiesti cosa farà Gennaccaro o, meglio, cosa farà di lui Caramaschi: le ultime riunioni di giunta, per loro, non sono esattamente state rose e fiori, ma i quattro posti conquistati in consiglio dall’ex assessore sono indispensabili per garantire una navigazione tranquilla. Tanto che Gennaccaro da giorni aspettava al varco uno o l’altro dei contendenti, per offrire - a posteriori, per tenersi le mani libere - un leale sostegno in cambio di (almeno) una calda poltroncina. E la poltroncina l’avrà. Caramaschi l'ha già confermato.

Anche Paul Rösch, con quella sua eterna aria da sindaco per caso, ha concesso il bis. A Merano, la sua vittoria, è stata però in discussone sino all’ultimo. Dario Dal Medico ha sfiorato il miracolo. Contrariamente alla doppia Bolzano, Merano resta però una, anche se ricca di sfumature che ne fanno una piccola perla. E non è un caso che la divisione fra Rösch e Dal Medico sia sembrata fin dal primo giorno molto meno marcata, al punto che su un programma ben definito Dal Medico potrebbe persino fare il vice di Rösch. E se non fosse fantapolitica? La nuova convivenza si costruisce anche così, superando ogni steccato. Dal Medico, non a caso, inizia a valutare l'ipotesi di un suo coinvolgimento diretto.

 













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