il personaggio

Beto, bomber da 300 gol ma anche «angelo» del soccorso stradale 

La storia. Fabio Bertoldi, 33 anni, in Bassa è una star: «In auto? Ne combinano di tutti i colori»


Massimiliano Bona


SALORNO. Di sicuro Fabio Bertoldi, «Beto» per tutti, in Bassa Atesina ma anche a Trento, è una star. In campo è un bomber di razza (294 gol nei campionati ufficiali dalla Promozione alla serie D) mentre fuori è un «angelo» del soccorso stradale con l’azienda di famiglia, «La Regionale», che gestisce assieme al papà Primo e al fratello Mirko. Anche di notte.

In questo momento stanno facendo tutti il tifo per lei: il traguardo dei 300 gol è dietro l’angolo...

La stagione è iniziata al meglio con la mia attuale squadra, la Strada del Vino, con cui ho realizzato 6 gol in 3 giornate. Dopo il successo contro il Parcines siamo a punteggio pieno.

Quando ha iniziato a giocare a pallone?

Ben 27 anni fa e oggi ne ho 33. Un’eternità mi viene da dire. Ho debuttato in prima squadra a 16 anni con la maglia del Salorno e poi ho iniziato a girovagare per tutta la regione.

Dove, per l’esattezza?

Dopo l’esordio coi colori giallorossi ho militato nell’Ac Merano, nella Fersina, nel Caldaro, nel Bozner, nel Levico, nel Trento e nella Weinstrasse.

Mai pensato di fare il professionista visti gli anni di militanza in serie D?

Ci sono stato vicino. Un agente Fifa di Rovereto nel 2018 mi ha portato 20 giorni in Thailandia dove mi sono allenato per tre settimane. Ho superato il periodo di prova e confesso che è stata una bella esperienza. Poi è arrivata una discreta offerta ma avevo i figli piccoli e non se ne fece nulla. Il calcio, in ogni caso, era e resta la mia valvola di sfogo.

Quindi resterà nell’azienda di famiglia a lavorare giorno e notte...

Solitamente sono impegnato soprattutto in ufficio ma faccio anche i turni notturni. Solamente nei due anni di serie D, quando mi allenavo il pomeriggio, avevo ridotto notevolmente.

Si ricorda qualche aneddoto particolare legato al soccorso stradale?

Mah, facciamo così tanti interventi che è difficile focalizzarsi su uno in particolare.

Diciamo che le condotte degli automobilisti non sono proprio impeccabili...

Possiamo tranquillamente dire che ne fanno di tutti i colori (Bertoldi ride ndr) ma non mi sento di menzionarne uno in particolare. Diciamo che siamo sempre pronti a intervenire, quando serve. Ovvero tutti i giorni...

Nella vita, come nel calcio, le hanno affibbiato un simpatico soprannome...

Sì, Beto, legato al mio cognome ma anche al noto calciatore brasiliano. Vuol dire che i piedi buoni ci sono. Me lo diede l’allenatore bolzanino Cortese con cui ho vinto due campionati .

Il suo gol più bello?

Quello con l’Alense, un contropiede da metà campo per cui mi hanno anche premiato.

Lei è juventino...qual è il suo idolo?

Alessandro Del Piero, che la società ha oggettivamente scaricato nonostante il suo apporto straordinario...

I suoi primi tifosi li ha in famiglia. Giusto?

La mia prima tifosa è mia moglie Valentina, poi ci sono anche Emma - che ha 4 anni - e Alessandro (1).

E tutti, adesso, hanno in testa quota 300...

Sì, siamo a meno 6.













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