In Bassa Atesina

Due investitori truffati con il trading online

Il primo ha perso 75 mila euro puntando su prodotti derivati altamente speculativi. Il secondo - spiega il Centro europeo consumatori - è incappato in un trader non autorizzato


Massimiliano Bona


SALORNO. Truffe, sempre più frequenti, nel settore del trading online, il mercato dei titoli azionari effettuato tramite internet a cui si rivolge una platea sempre più ampia di risparmiatori. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda un cliente della Bassa Atesina che si è rivolto al Centro Europeo Consumatori nella speranza di recuperare almeno una parte della somma. Per fare il punto ci siamo rivolti alla consulente legale del Centro, la dottoressa Rebecca Berto.

Il consumatore: «Truffato due volte».

«Chiedo aiuto, perché sono stato vittima di due truffe di trading online: ho versato capitali per 69.750 euro alla società A, mentre alla società B ne ho versati 8.200. Ho già provveduto a denunciare il fatto alle forze dell’ordine e alla Consob. Ho speranza di rivedere i miei soldi?». Il consumatore in questione aveva investito delle somme in prodotti derivati (=Cfd) altamente speculativi. Si tratta di strumenti finanziari complessi e comportano un alto rischio di perdita di denaro.

I controlli: la società «A» è stata oggetto di un provvedimento da parte della Consob.

«Da un controllo effettuato dalla sottoscritta - spiega la dottoressa Rebecca Berto - tramite il motore di ricerca dell’archivio degli avvisi al pubblico della Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa) e tramite il portale iosco.org (Organizzazione internazionale che si occupa della sicurezza del settore finanziario) è emerso che la società A è stata oggetto di un provvedimento da parte della Consob. Con quest’ultimo è stato accertato che la società operava senza avere alcuna autorizzazione all'esercizio dell'attività di intermediazione finanziaria e veniva ordinato alla stessa di porre termine a questa attività: si trattava cioè di un caso di "abusivismo finanziario", come disciplinato dal Testo unico finanziario. La Consob ha richiesto anche l'oscuramento del sito della società».

La buona notizia, per i risparmiatori e per gli investitori, è che la Consob ha acquisito più poteri. «A seguito del decreto Milleproroghe 2020 i poteri della Consob sono stati rafforzati. Quest’ultima - continua la consulente legale del Centro Europeo consumatori - può ordinare ai fornitori di connettività alla rete internet o ai gestori di altre reti telematiche o di telecomunicazioni, o agli operatori di tali servizi, la rimozione delle iniziative di chiunque, sul territorio italiano, offra o svolga servizi o attività d’investimento senza esserne abilitato».

Il recupero delle somme: quando è possibile.

«In tal caso, il recupero delle somme dipende dal mezzo di pagamento utilizzato: se il consumatore ha usato una carta di credito, è possibile richiedere una procedura di chargeback. Se, invece, come spesso avviene, sono stati effettuati bonifici bancari, le possibilità di recuperare il denaro sono, purtroppo, quasi nulle». Per quanto riguarda la seconda società a cui si è rivolto l’investitore della Bassa Atesina, questa, pur avendo pubblicato sul proprio sito l'autorizzazione dell'Autorità di vigilanza extra-europea, «non ha provveduto a indicare alcun riferimento a un'autorizzazione rilasciata da un'Autorità di Vigilanza europea. Per ora, a carico di questa seconda società non risulta nessun avviso ai risparmiatori da parte della Consob, né risulta essere stato pubblicato un avviso da parte dell'Organizzazione Iosco. Inoltre non era stato rispettato l'obbligo di precisare quali fossero i casi di chiusura automatica del conto in caso di perdite che superano la soglia di sicurezza.

Richieste somme per presunte tasse.

«Ma questa non è stata la sola vicenda sottoposta al nostro ufficio: di recente un consumatore della Bassa è incappato in un trader non autorizzato. Il presunto trader ha richiesto al consumatore di versare ulteriori somme per presunte tasse, spese amministrative da pagare per ottenere l'accredito del capitale del consumatore. Al consumatore venne consigliato di non versare ulteriori somme».













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