Grandine a Caldaro, il danno varia dal trenta al 100% 

Ultimati i sopralluoghi ai frutteti a nord del lago Sono andati completamente distrutti almeno venti ettari


di Bruno Tonidandel


CALDARO. Come era prevedibile, la disastrosa grandinata del 5 luglio scorso che ha decimato i vigneti nella zona del lago di Caldaro, ha provocato seri danni anche ai frutteti. L’altro giorno, i tecnici del Consorzio servizi delle Cooperative ortofrutticole, hanno effettuato un sopralluogo sull’epicentro del furioso temporale ed hanno valutato i danni. “La bufera con grandine – ci ha detto Peter Weissensteiner – si è abbattuta soprattutto a nord del lago di Caldaro e meno violentemente a sud dello specchio d’acqua. Il danno alle mele varia dal 30 al 100%. Sono stati danneggiati 150 ettari di frutteti e, potrei dire che almeno 20 ettari coltivati a mele sono andati completamente distrutti: un danno enorme”. A detta del tecnico il danno, se si può dire fortunatamente, si limita al raccolto 2018. Non vi sono quindi ripercussioni anche per l’annata 2019 come è avvenuto con i vigneti, dove i chicchi di ghiaccio delle dimensioni di una ciliegia, non hanno solo massacrato i grappoli d’uva ma anche i tralci delle viti. Nella zona grandinata si coltivano tutte le varietà di mele: dalla Gala alla Golden, dai Granny ai Fuji, ai Pink Lady. Poco più della metà della superficie vocata alle mele è protetta con reti antigrandine. Quasi tutti gli altri frutticoltori hanno preferito stipulare le polizze assicurative. Che coprono il danno interamente se la valutazione dei periti si attesta dal 60/70% e oltre. Se invece il danno valutato è inferiore al 40/50% l’agricoltore viene sicuramente indennizzato, ma è chiamato ad un delicato raccolto di scelta delle mele lesionate e di quelle che si sono salvate dalla furia degli eventi. Le prime saranno conferite alla cooperativa come industria, le seconde invece potranno benissimo venire commercializzate come frutta da tavola.

A proposito di raccolta. Secondo il tecnico Peter Weissensteiner quest’anno la maturazione delle mele è anticipata di una settimana. Mentre infatti negli anni passati si iniziava lo stacco a Ferragosto o qualche giorno prima o qualche giorno dopo a seconda del carico di frutta sugli alberi, quest’anno si partirà addirittura dal 6 all’8 agosto con la varietà Gala maturata su piante con poca produzione; una settimana dopo invece toccherà, sempre alla Gala ma su alberi a pieno carico.

“Il motivo è presto detto – ci ha riferito il tecnico Weissensteiner – la produzione altoatesina di mele quest’anno soffre un calo dell’8/9% rispetto all’anno passato. Vi sono quindi molti alberi scarichi e quindi con la raccolta si partirà proprio con le mele di questi ultimi”.

Come al solito molto importante sarà rispettare il calibro, vale a dire la grossezza del frutto e la colorazione. Determinante sarà attenersi alle direttive dei responsabili della qualità dei vari consorzi, specie sul momento dello stacco. Le mele Gala troppo mature, per esempio, non sopportano la conservazione e dopo poco tempo la polpa si imbrunisce e il frutto va in deperimento. Come è accaduto nel raccolto 2016.

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