il personaggio

Il coach-operaio di fede islamica: «A Salorno mi sento a casa» 

La partenza dall’Africa a 18 anni. È arrivato dal Marocco con una valigia carica di speranze. «Adesso alleno il settore giovanile e l’entusiasmo dei ragazzi è davvero contagioso. La vera forza dello Sports College? Riuscire a integrare tutte le persone di ogni cultura e fede religiosa»


massimilianio bona


SALORNO. Quella di Ahmed, 51enne operaio e coach con il tesserino della FederKombat (la federazione in assoluto più importante a livello nazionale per le arti marziali), è una bella storia di sport ma soprattutto di accoglienza e integrazione. E in questo Salorno, in Alto Adige, non è seconda a nessuno, tanto da essere riuscita negli anni a costruire solidi ponti. Di pace e convivenza. In questa piccola enclave della Bassa Atesina un abitante su cinque ha una fede diversa da quella cristiana ma non c’è spazio per discriminazione e razzismo.

La partenza dall’Africa a 18 anni.

Ahmed El Hajjaji è nato a El Jadida, città del Marocco affacciata sull’oceano Atlantico. Giovanissimo, a diciotto anni, si è trasferito in Italia con una valigia carica di speranze portando con sè anche la sua passione da boxeur che continua a coltivare anche nel nostro Paese fino a quando giunge, nel lontano 1998, a Salorno. Dopo poco tempo inizia a frequentare lo Sports College vivendo però un periodo di conflitto fra il continuare la boxe o intraprendere il cammino delle arti marziali miste. Conflitto superato fino a diventare addirittura allenatore del settore giovanile, uno dei settori più importanti dell'associazione (senza scopo di lucro), una delle più importanti per le arti marziali in Bassa Atesina come numero di praticanti. Il tesserino da coach gli è arrivato da pochi giorni e per lui è stata una sorta di definitiva consacrazione.

Cosa l’ha spinta a scegliere, alla fine, le arti marziali miste?

Questo mondo davvero affascinante dal punto di vista sportivo mi è stato fatto conoscere da Rolando Pizzini - direttore tecnico dello Sports College - una persona che mi ha accolto a braccia aperte anche se sono di un’altra fede e questo per me è stato importante, quasi dec isivo.

Ci spieghi meglio questa sua sensazione di inclusione...

Ho sentito da subito lo spirito di un costruttore di pace. Ma non solo: Pizzini mi ha anche aiutato in momenti di difficoltà personale ed economica.

Come si è trovato, umanamente e sportivamente, nell'associazione Sports College?

È un’associazione che integra tutte le persone di ogni cultura e di ogni fede religiosa. Allo Sports College sono a casa e mi sono sentito a casa da subito. L'ambiente è aperto, basato sul rispetto, su alcune regole da rispettare uguali per tutti. Siamo anche in un contesto davvero a livello molto alto anche per quanto riguarda lo sport.

Come è diventato allenatore di settore giovanile?

Sono stato motivato proprio dal Dt che mi ha dato fiducia e mi ha fatto credere nelle mie qualità. Allenare i ragazzi è bellissimo. Ti seguono, dimostrano di apprezzare ciò che facciamo. A vederli contenti ti rendi conto che la pace si inizia a costruire con loro.

Un'ultima domanda. Come si trova a Salorno?

Benissimo e devo dire che i cittadini ma anche chi li amministra sanno tendere la mano e aiutarsi. Non mi sono davvero mai sentito fuori posto.

 













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