il caso

Il libro gratis ai «primini», Egna boccia il regalo 

Mozione presentata dalla consigliera Valenti ma Svp e Insieme non la condividono. La sindaca: «Abbiamo tre biblioteche attive». Paris: «Un atto simbolico che non sviluppa cultura»



EGNA. Un libro gratis ai “primini”? La mozione è stata presentata dalla consigliera comunale Rosa Valenti (FdI) con l’intento di spingere le nuove generazioni a leggere di più. Incentivando magari anche le famiglie a dare una mano a promuovere la cultura fin dalla tenera età. Una proposta che ha fatto discutere anche perché a molti è sembrato «un regalo fine a sé stesso», come spiegano la sindaca Karin Jost e la consigliera comunale e capogruppo di Insieme Elena Paris, che di mestiere fa proprio l’insegnante alla scuola media di Egna. Per la prima cittadina sul territorio «ci sono tre biblioteche attive e funzionanti e che promuovono con varie iniziative la lettura. Molti bimbi, a sei anni, faticano tra l’altro ancora a leggere. Il rischio è quello di spendere parecchi soldi pubblici e di veder riposti i tomi sugli scaffali». Più articolata la valutazione di Elena Paris, che sottolinea anche il voto contrario espresso anche dal consigliere Alessandro Sartori (@egna).

«Il nostro gruppo consiliare - spiega Paris - condivide tutte le premesse delle sua mozione. Chi come me lavora nell’ambito scolastico, conosce l’impatto positivo che la lettura ha sulla crescita: stimola il linguaggio, sviluppa il pensiero analitico, mantiene alto il livello di attenzione e concentrazione, calma, migliora le abilità di scrittura, rafforza la memoria. Siamo però scettici rispetto alla conclusione che lei pone al termine delle sue considerazioni: il regalo di un libro, inteso come atto culturale, a bambini e bambine che entrano nella scuola primaria non viene da noi ritenuto un atto che sviluppa cultura. Questo per alcuni motivi: il regalo è fine a se stesso. Non produce un reale cambiamento, è un atto simbolico che non sviluppa cultura in quanto tale; i bambini hanno gusti, progressione nelle capacità di lettura, preferenze molto eterogenee: un regalo generico corre il grosso rischio di non incontrare il gradimento di chi lo riceve; la scelta di un libro non tiene conto della lingua in cui a sei anni lo si vorrebbe o potrebbe leggere.; non tutte le famiglie sono uguali: se alcune famiglie darebbero valore al libro, altre lo tratterebbero con sufficienza. Noi crediamo che ci sia bisogno di una figura intermedia tra libro e lettore e questa figura è il genitore in ambito familiare, mentre in ambito pubblico è il bibliotecario. La biblioteca si configura come il luogo migliore per rapportarsi ai libri perché è aperta a tutti, democratica, multiculturale, dove ai bambini vengono con grande competenza proposti libri che incontrano le loro caratteristiche e le loro competenze di lettura. Abituare i bambini a frequentare le biblioteche è, secondo noi, un regalo che dura tutta la vita perché il bambino si abitua a frequentare il luogo, si fidelizza, prende un’abitudine. Viene accompagnato da un servizio della comunità dove la cultura viene proposta a tutti. Inoltre, la biblioteca propone una grande varietà di media: audio libri, fumetti, libri con caratteri adatti per chi ha disturbi del linguaggio o dell’apprendimento. La biblioteca è un posto dove stare, dove conoscersi e conoscere. Continueremo a sostenere le nostre biblioteche che regalano sì i libri ai bambini della primaria, ma al termine di un concorso di lettura, quindi come premio: ieri sono appunto stati premiati tutti i partecipanti (circa 55) con libri tutti diversi ma acquistati appositamente per questa tipologia di lettori. Per noi questa si configura come un’operazione realmente culturale».

MAX.BO.

 













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