IL LUTTO

La campagna e la storia: addio a Rolando Cembran 

Un attacco cardiaco si è portato via un punto di riferimento della comunità Perito e tecnico agrario in fruttiviticoltura, ha scritto una serie di libri che raccontano il territorio


Bruno Tonidandel


ORA. Poco più di un mese fa nel consegnarci le bozze da dare un’occhiata di quello che doveva essere il suo libro sul vitigno Lagrein, ci disse: “Basta, questa sarà la mia ultima fatica letteraria”. Conoscendolo bene, non ci credemmo. Ma purtroppo ha avuto ragione lui. Rolando Cembran è morto improvvisamente domenica mattina nella sua grande casa di Ora in mezzo alla campagna che tanto amava, attorniato dalla moglie Annemarie e dai due figli Alexandra e Marcello. Aveva 76 anni ed è stato stroncato un attacco cardiaco dopo che era stato ricoverato all’ospedale di Bolzano per una insufficienza respiratoria.

Si temeva fosse aggredito dal coronavirus, ma dopo gli esami previsti e un suo miglioramento, è stato dimesso. Poi l’improvviso peggioramento e la fine. Ma si può dire che Rolando se n’è andato in piedi, nel suo studio, accanto al suo computer. Proprio qualche giorno fa aveva chiesto al figlio Marcello, agricoltore, grande sportivo, giocatore di hockey e consigliere comunale a Ora, di aiutarlo a cercare via web una vecchia Jeep del 1942 per guidarla nelle stradine di campagna e di montagna. La figlia Alexandra, ovviamente addolorata per l’improvvisa scomparsa del padre, ci ha detto con un fil di voce: “Ci ha lasciato come lui avrebbe voluto; inimmaginabile vederlo languire in ospedale o su qualche sedia a rotelle”.

La storia e le storie.

Rolando Cembran era un perito e tecnico agrario in frutti-viticoltura oltre che giornalista pubblicista. Dal 1965 e per 33 anni ha lavorato presso l’ufficio di Egna del Centro di Consulenza. Seguiva prevalentemente gli agricoltori soci di lingua italiana della Bassa Atesina. Per ogni problema alle colture, infezioni, attacchi virali o altro, si precipitava in campagna. Era amato e stimato da tutti. Dopo la pensione, nel 2001, Rolando si è trasformato in un “topo di biblioteca”, di archivi storici e parrocchiali e ha incominciato a sfornare libri di argomenti storici, di costume, di mobilità, di lavoro nei campi. Dopo aver scritto “Baon Auer” sul battaglione di Ora di soldati della prima guerra mondiale, è stata la volta di “Gioventù rubata” sulle vicissitudini di quattro reduci della Seconda guerra mondiale, “Dal Don all’Inn” sul calvario di un artigliere trentino, “Un binario per Fiemme” sulla vecchia ferrovia Ora-Predazzo, “Il bus alla conquista delle montagne” sull’evoluzione della mobilità pubblica in regione, “Il trattore agricolo nella Bassa Atesina” un trattato sulla storia dell’agricoltura lungo la vallata dell’Adige, “La famiglia Cembran”, un tomo sugli antenati dell’autore.

Poi, ecco un’opera più “leggera” delle altre, la storia dei coetanei di Rolando del 1943 di Ora, dove ha riportato in 156 pagine ben 581 fotografie delle gite, delle castagnate, dei compleanni, delle cene. Ma ha anche accennato alla storia d’Italia e d’Europa che ha fatto da contorno alla vita dei coscritti in questi quasi 80 anni. Il libro è stato presentato il 15 giugno dello scorso anno e acquistato dai coetanei di Cembran versando un’offerta devoluta alla sezione di Egna della Croce Bianca. In quell’occasione Rolando aveva concluso la serata dicendo: “Abbiamo un’età che prima o poi avremmo bisogno di questi volontari”.

L’ultimo lavoro.

Ora è rimasto l’ultimo libro di Rolando Cembran sulla storia del vitigno Lagrein. “Ci impegneremo a realizzarlo perché ci teneva molto” ci ha detto la figlia Alexandra. La salma di Rolando verrà cremata con l’addio dei soli famigliari. Poi, conclusa l’emergenza sanitaria, lo scomparso sarà onorato con una Messa.













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