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Merano, arriva il “controllo di vicinato” «Ma non ci saranno sceriffi» 

Sorveglianza attiva dei cittadini: progetto sperimentale in un quartiere in collaborazione con il comitato «Non parliamo di ronde, bensì di partecipazione per la segnalazione di reati ma anche di comportamenti incivili»



MERANO. Non saranno sceriffi, o aspiranti “Renegade”. E non è nemmeno una reazione ai recenti episodi violenti accaduti in città. Per presentare il progetto del controllo del vicinato, la giunta definisce con chiarezza base, altezza e contesto. Facendo slalom fra potenziali equivocazioni. «Sarà un progetto sperimentale, attivato inizialmente in un quartiere o forse più di uno» premette il sindaco Dal Medico. «Uno strumento ideato per prevenire reati e situazioni di disagio e per incentivare la responsabilità civica», dettagliano l’assessora al decenramento Emanuela Albieri e il collega Nerio Zaccaria che promuove e segue da tempo il progetto, «contenuto nel nostro programma di governo».

I primi in provincia.

Merano sarà la prima città in Alto Adige ad adottare il modello “controllo di vicinato”. In Italia è già piuttosto diffuso, presente in circa 500 Comuni. Per applicarlo serve sottoscrivere un protocollo d’intesa con il Commissariato del Governo, che diversi mesi fa aveva già palesato un’apertura di massima all’idea. «Il “controllo di vicinato” – precisano Dal Medico e Zaccaria - mira a promuovere nella popolazione una maggiore coscienza civile e un senso di solidarietà che contribuiscano a mantenere l’ordine e il decoro della nostra città, a prevenire o a porre rimedio a situazioni di disagio. A Merano questo progetto verrà attuato in collaborazione con i comitati di quartiere e sulla base di uno specifico protocollo d’intesa che ci è stato inviato dal Commissario del Governo della Provincia di Bolzano, e dunque dal prefetto Vito Cusumano, e che proporremo di modificare e integrare in alcuni punti per adeguarlo alla realtà e alle esigenze locali». Verrà attuato attraverso un’associazione di persone, formate allo scopo. Ci sarà un coordinatore che farà da filtro tra le segnalazioni ricevute e quelle da inviare agli organi deputati. Di base, il controllo di vicinato è indirizzato alla prevenzione di reati ma l’amministrazione meranese vorrebbe ampliare la sfera a comportamenti illeciti o scorretti, «pensiamo allo smaltimento dei rifiuti senza rispettare le regole o all’imbrattamento dei muri». Non solo, «si potranno portare all’attenzione dei coordinatori situazioni di disagio, come la presenza di persone senzatetto o in stato di grave necessità riscontrate nelle strade e nelle piazze di Merano» aggiunge Albieri. «Abbiamo già riscontrato un interesse al coinvolgimento da parte dei comitati di quartiere, prossimamente stabiliremo dove attuare il progetto pilota» che dovrebbe partire entro l’anno.

L’amministrazione, presentando l’iniziativa, ha ribadito più volte di non volersi sostituire alle forze dell’ordine, «anzi il nostro vuole essere un contributo al loro prezioso lavoro. Nel protocollo è espressamente vietata l’iniziativa personale o collettiva di pattugliamento del territorio», quindi niente ronde, «piuttosto un’attenzione maggiore a quanto accade nel proprio quartiere» e un meccanismo che consenta di incanalare le segnalazioni affinché si possa dare una risposta adeguata e il più possibile tempestiva. «Il controllo di vicinato si pone l’obiettivo di aumentare la percezione di sicurezza da un lato, e di creare una rete di comunità, dall’altro. Attivando percorsi di cittadinanza attiva».

 













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