Seta, tabacco e campi di mele Mercanti e conti fecero la storia 

Il Novecento di Magré. I fratelli Valentino e Isidoro Salvadori arrivarono dal Trentino: unita ai Menz e ai Critelli, la famiglia di Mori diede impulso all’economia della zona: un’epopea oggi studiata a Trento Un discendente dei mezzadri testimonia un’epoca di lavoro e speranze


Bruno Tonidandel


Magré. Le ricercatrici Cinzia Lorandini e Caecilia Wegscheider hanno affrontato nel corso di una conferenza organizzata qualche tempo fa dal Comune un argomento storico che ha coinvolto per oltre due secoli la comunità del piccolo paese di Magré. Si trattava dell’epopea – possiamo ben dirlo – dei Salvadori, una famiglia di mercanti che, partiti da Mori, nel Trentino, si sono diffusi e hanno lasciato la loro impronta in mezza Europa. E, guarda caso, anche a Magré.

Dal Trentino a Magré.

I fratelli Valentino e Isidoro Salvadori, originari della borgata presso Rovereto, partiti con il commercio dell’olio e con la gestione di alcune botteghe per la vendita al dettaglio di mercanzia di vario genere, si erano in seguito interessati alla produzione e al commercio di tabacco da fiuto, per poi avviare la manifattura e la commercializzazione della seta. Da Mori si erano trasferiti a Trento, frequentando fiere e mercati in tutta Europa. Il coinvolgimento di Magré avvenne grazie al matrimonio fra Isidoro Salvadori e Afra Magdalena Menz. La famiglia Menz infatti aveva delle proprietà a Magré, proprietà edilizie ma anche terriere, passate poi alla figlia Afra dopo le nozze con il mercante trentino. Si era attorno a metà del 1700.

Fra le due guerre.

Ma il pieno coinvolgimento della comunità di Magré avvenne soprattutto a cavallo delle due grandi guerre mondiali quando una Salvadori, per l’esattezza Adele, sposò, attorno agli anni Venti, l’avvocato trentino Franco Crivelli, acquisendo non solo il titolo di conti ma anche, sul territorio comunale, proprietà per un centinaio di ettari di campagna, nel fondovalle, dove si producevano mais, grano, patate e in seguito le prime mele, ma anche in collina, dove si coltivava l’uva. Notevole anche il patrimonio edilizio necessario per l’alloggio, con relativa stalla e fienili, di una dozzina di famiglie di mezzadri, per lo più i Baldo, legati fra loro da parentele e arrivati dal Trentino, principalmente da Garniga (sulle pendici del Bondone) e da Aldeno. I conti erano proprietari anche di un maso nella zona di Niclara, chiamato popolarmente “el Mas”.

In pratica metà della piazza di Magré era contornata da fabbricati dei conti Salvadori-Crivelli. L’altra metà invece era pure di proprietà trentina, chiamata in paese “l’Azienda” ora passata alla famiglia di Alois Lageder. Per esattezza la contessa Adele Salvadori e il conte Franco Crivelli avevano sì in gestione i 100 ettari di terreni, ma la metà erano di proprietà della sorella di Adele, Anna, una signora nubile, che si vedeva sovente alla guida di una Fiat Giardinetta speciale con portiere in legno. Clamore destò in paese quando a metà degli anni Cinquanta la baronessa Anna, si disse per una delusione d’amore, piantò tutto e prese i veli rifugiandosi a vita in un convento di clausura a Faenza, in Romagna, portandosi dietro la dote di 50 ettari di terreni.

L’archivio Salvadori.

Le vicende della famiglia Salvadori sono documentate all’interno dell’Archivio di Stato di Trento e dal 2012 è in corso un progetto di riordino e inventariazione della documentazione, composta da circa 1.200 registri manoscritti e quasi 4 mila “pacchettini” e mazzi di documenti, la cui schedatura è stata affidata alle archiviste della cooperativa Arcadia, Renata Tomasoni e Marica Odorizzi, col coordinamento di Cinzia Lorandini, docente di Storia economica all’Università di Trento. Il progetto di riordino si dovrebbe concludere a breve. Più specificatamente in merito alla documentazione della storia dei Salvadori a Magré esiste un nucleo documentario la cui schedatura è affidata a Caecilia Wegscheider.

I discendenti dei mezzadri.

Ovviamente a Magré esistono ancora i discendenti dei mezzadri che erano impegnati sui fondi dei Salvadori-Crivelli – per l’esattezza, le proprietà erano intestate alle baronesse Adele e Anna Salvadori – patrimonio che, smembrato, è finito in parte nelle mani dei figli dei mezzadri e in parte in quelle di agricoltori del luogo. L’ultimo amministratore delle proprietà dei conti è ancora in vita. È Federico Baldo, figlio dell’allora mezzadro Carlo, che abita da sempre in un vecchio caseggiato dato in uso dai conti e dotato di stalla e fienile. «Ogni mezzadro – ci dice Baldo – aveva in stalla due buoi, una decina di mucche, pollame e conigli. Si andava in campagna all’alba con il carro trainato dai due bovini e si coltivava mais, frumento e patate. Si rientrava a casa per il pranzo, al rintocco della campana delle 11, e sul tavolo non mancava mai la polenta fumante. Quasi sconosciuto invece il pane, e solo la domenica una coscia di pollo o un petto di coniglio arrosto. Si tornava nei campi subito dopo aver mangiato e il lavoro continuava fino al tramonto. La frutticoltura arriverà dopo. Avevamo le mele Champagner e Caldaresi e le pere Kaiser e le Peratole. Venivano conferite al magazzino Schwarz & Weber, ma anche al Puntscher».

L’eredità storica.

I conti – come ci dice ancora Federico – in autunno soggiornavano a Magré nel cosiddetto “palazzo”, ora trasformato in scuole, per un mese per il raccolto. Al loro arrivo tutto doveva essere in ordine e la signora Elvira provvedeva, se necessario, anche a riscaldare le stanze. Prima di Federico Baldo, gli altri amministratori, ormai tutti defunti, furono Cesare Tonidandel, Mario Fellin, Antonio Costacurta e Giuseppe Stenico. Nel 1942 i poderi dei Salvadori-Crivelli parteciparono al “Concorso nazionale per l’incremento della produzione del granturco, della fava e della patata” classificandosi al secondo posto nella categoria “Medie aziende agrarie”. Il diploma, firmato dal ministro segretario di Stato per l’Agricoltura e per le Foreste Carlo Pareschi, sotto il governo retto da Benito Mussolini, è stato conferito il 29 marzo 1942 a Cesare Tonidandel, direttore tecnico dell’azienda di Magré condotta dalle baronesse Adele e Anna Salvadori.

L’epopea dei Salvadori-Crivelli a Magré si è chiusa con la morte del conte Guido e con la relativa cessione al Comune della residenza principale, il “Palazzo”, trasformato ora in centro scolastico, e di altre proprietà attigue, divenute biblioteca, ambulatori medici, sala teatro, palestra e alloggi per anziani. Anche la scuola materna di lingua italiana, intitolata alla contessa Salvadori, è stata donata alla comunità di Magré. Lo sviluppo di una gran parte di Magré è quindi dovuto a questi intraprendenti mercanti di Mori.













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