«È inciampato, e non l’ho più visto»

Il racconto drammatico della moglie Martha. Grande cordoglio a Egna: «Un uomo straordinario»


di Antonella Mattioli


EGNA. «Eravamo arrivati in cima al Catinaccio d’Antermoia, Luis aveva scattato qualche foto per immortalare una bella giornata passata assieme a mia figlia Klara e al suo compagno Lukas. La ferrata era finita e avevamo appena cominciato la discesa, quando mio marito è inciampato ed è precipitato. La sfortuna ha voluto che sotto ci fosse un salto di roccia. Ho ancora nella testa l’urlo disperato di Lukas che lo ha visto cadere». Martha Kob, per anni insegnante alle scuole superiori di Ora ed ex consigliera comunale verde di Egna, racconta così la tragica fine, domenica, del marito con cui condivideva l’impegno sociale. Luis Thurner, 71 anni (i funerali domani alle 14.30 a Egna), rimarrà nei ricordi della comunità, italiana e tedesca della Bassa Atesina, per il suo duplice impegno di medico di famiglia – era in pensione dal 31 dicembre del 2012 – e nel sociale appunto.

«Era il medico – dice Brigitte Foppa, consigliera provinciale verde di Montagna – che tutti vorremmo avere. Non sono mai stata sua paziente, perché ha sempre avuto una lista d'attesa lunghissima. Conoscevo però la sua disponibilità tipica dei medici di altri tempi. Una persona positiva, capace di dare fiducia anche di fronte alle diagnosi più infauste».

Medico all’antica. Visitava, consigliava, andava a casa dei pazienti, ma soprattutto sapeva ascoltare. Una caratteristica particolarmente apprezzata quando si deve fare i conti con la malattia.

«Luis - racconta Camillo Casera, un’istituzione a Egna dove è presidente della sezione Upad - si prendeva il tempo: lo so perché sono stato suo paziente per 37 anni. E quando è andato in pensione come Upad gli abbiamo fatto una festa per ringraziarlo del suo impegno all’interno della comunità. Con la nostra associazione partecipava al Progetto salute e informazioni: assieme ad alcuni colleghi teneva ogni anno conferenze dedicate ad una serie di problematiche legate in particolare all’età».

In una teca gialla ci sono le foto scattate il 20 dicembre del 2012 in occasione della festa e il discorso fatto da Casera. «L’ultima volta ci siamo visti giovedì scorso, nella sala del Centro parrocchiale di Egna, dove ho presentato la mia raccolta di poesie dal titolo “80 anni, 80 pensieri”. Ha preso il libro e ha voluto la dedica».

Da quando era andato in pensione aveva più tempo da dedicare al sociale. In via Portici lo vedevano spesso a dare una mano alla moglie che gestisce la Bottega del mondo. «Per la nostra comunità - dice il sindaco Horst Pichler - è una brutta perdita». E le sue non sono le classiche parole di circostanza.

Seguiva i progetti, quelli già avviati da portare avanti e quelli nuovi da intraprendere con Ponti di pace, l’associazione interetnica, di cui era presidente. Iniziative finanziate in parte dalla Provincia e in parte con le offerte. L’ultima raccolta nella festa di Villa, a Ferragosto, in occasione della tradizionale cena del 14 e il pranzo del 15.

Il volontariato. «L’associazione era stata fondata - racconta Paolo Degasperi, farmacista e vicepresidente del sodalizio - nel 1995 per iniziativa di un gruppo di consiglieri comunali, durante il conflitto nell’ex-Jugoslavia. A Egna erano stati ospitati anche gruppi di profughi». A Bosanska Krupa l’associazione ha ricostruito la casa della cultura. In Brasile ha portato l’acqua in un villaggio, ha aiutato gli abitanti a diventare autosufficienti comprando loro prima le galline, poi capre e mucche. Vicino ad Addis Abeba sta sostenendo un progetto di costruzione di un centro professionale, per far sì che le donne diventino autonome. «Io ho tre bambini - ricorda Germana Gramegna, dipendente comunale - due anni fa ho dato a Luis vestiti e scarpe dei miei figli da portare in Etiopia».

L’Africa. L’ultimo progetto al quale sta lavorando Ponti di pace è una mensa scolastica a tremila metri di quota sempre in Etiopia. «Luis - ammette Franz Egger, insegnante della scuola per l’agricoltura di Ora oltre che amico personale del medico - era il motore dell’associazione: ora tocca a noi andare avanti. Glielo lo dobbiamo». Lo debbono a quest’uomo, immortalato in mezzo a quattro bambini che mostrano orgogliosi la scritta: «Grazie a Ponti di pace di Egna».

La foto è stata fatta, alcuni anni fa, in Brasile. Poi ci sono tanti altri scatti nell'ex Jugoslavia, in Tibet, in Etiopia.

Sono cambiati i Paesi e i progetti, non l’obiettivo: dare una chance di riscatto a chi non ha niente. Thurner, originario della Val Sarentina, aveva capito da piccolo cosa significa.

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