ARCHEOLOGIA

Ötzi usava materiale litico dal Norditalia

Il progetto di ricerca “Selce” documenta relazioni commerciali a lungo raggio nell’età del Rame



BOLZANO. Un uomo in fuga che non deve lottare solo con gli avversari ma anche con la scarsità di materiale. Così si potrebbe descrivere la situazione di Ötzi poco prima della morte.

Un team di ricercatori coordinato dall’archeologa altoatesina Ursula Wierer ha analizzato gli utensili in selce della famosa mummia dei ghiacci nell’ambito di un progetto di ricerca interdisciplinare su vasta scala.

I risultati pubblicati oggi (20.06.2018) sulla rivista scientifica PLOS ONE* rivelano il modo in cui Ötzi utilizzava il proprio equipaggiamento personale e consentono di acquisire ulteriori informazioni sulle relazioni commerciali a lungo raggio di un clan dell’età del Rame stanziato nell’arco alpino meridionale, nel territorio dell’odierno Alto Adige. Anche la domanda, ancora senza risposta, su cosa sia accaduto negli ultimi giorni di vita di Ötzi, è stata integrata con nuovi elementi.

La provenienza della selce usata per gli strumenti di Ötzi ha potuto essere documentata in dettaglio per la prima volta sulla base di comparazioni geologiche e localizzata topograficamente mediante la litoteca dell’Università di Ferrara: la selce di cinque dei sei strumenti proviene dalla cosiddetta Piattaforma di Trento, che comprende una vasta area tra il Trentino e il Veneto. Per una delle punte di freccia è stato possibile circoscrivere la provenienza alla Val di Non (Trentino, linea d’’aria ca. 70 km dal punto di ritrovamento allo giogo di Tisa). La selce del pugnale proviene invece sorprendentemente dal versante tra la Piattaforma di Trento e il Bacino Lombardo, che corrisponde al Trentino occidentale e alla Lombardia orientale. La comunità di Ötzi – come già per la provenienza della lama di rame dell’ascia dalla Toscana – per rifornirsi della selce necessaria coltivava dunque relazioni commerciali con aree differenti e lontane.

 













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