"13 Ottomila e 1/2" dedicato dalla sorella a Christian Kuntner


Bruno Pileggi


 PRATO STELVIO. Aquaprad affollato in ogni ordine di posti, l'altra sera, per la presentazione del libro "13 ½ Achttausender" dedicato al forte alpinista venostano Christian Kuntner, deceduto in tragiche circostanze mentre scalava l'Annapurna, ultimo Ottomila mancante alla sua collezione. Edito da Provinz Verlag, con la prefazione di Reinhold Messner e Hans Pertinger, la presentazione del libro è stata introdotta da Johannes Fragner Unterpertinger, farmacista a Malles Venosta, editore per passione, ma soprattutto grande amico personale di Christian Kuntner. È stato lui a ricordare lo sconforto, subito dopo aver appreso la notizia del tragico evento, che l'aveva portato a dire in lacrime «ci mancava soltanto la sua foto in cima all'Annapurna e poi avremmo pubblicato il magnifico libro fotografico sui suoi Ottomila, ma adesso, chi ci pensa piú...». Invece ci hanno pensato, con determinazione, la sorella Ulrike, i compagni di cordata e non solo Stephan Andres e Mario Corradini, cosí come lo stesso Johannes Fragner Unterpertinger hanno fatto sí che il libro, incompiuto, tanto caro allo stesso Christian, vedesse la luce.  Ad attendere la presentazione del libro erano davvero in molti. In prima fila, commossi, papá Willi e Ulrike, e, stretta attorno a loro, un'intera valle. Christian era un ragazzo amato e stimato, e, oltre che un forte alpinista, era uno dei migliori fotografi d'alta. E nel suo "13 ½ Achttausender" sono le foto, piú che le parole, a raccontare lo spirito e le emozioni lasciate ai posteri dall'alpinista Kunther.  Mentre gli scatti fotografici, proiettati per la prima volta ad un vastissimo pubblico, scorrevano in un surreale silenzio, amici di Christian leggevano passo dopo passo le emozioni raccontate dallo scalatore durante le scalate delle 14 vette piú alte del mondo: Cho Oyu, Manaslu, Broad Peak, Dhaulagiri, Everest, K2, Shisha Pangma, Gasherrbrum I, Gasherbrum II, Makalu, Nanga Parbat, Kangcehjunga, Lhotse e, infine, Annapurna. Proprio l'Annapurna - in sanscrito Dea dell'abbondanza - che doveva essere il suo ultimo Ottomila, se l'è portato via: l'alpinista di Prato allo Stelvio è morto sulla parete Nord della cima nepalese, travolto dal crollo di un seracco nella notte tra il 17 e 18 magio del 2005, quando si trovava al campo base 2, a 5.500 metri di quota con altri nove compagni, tra cui Stephan Paul Andres.  

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