A Sinigo la rivolta degli inquilini Ipes

«Condomini in stato di abbandono, l'istituto non fa manutenzione»


Ezio Danieli


MERANO. Invitati dal loro comitato a discutere del problema dei garage, ieri mattina in via Filzi a Sinigo gli inquilini dell'Ipes hanno inscenato una vera "rivolta" contro l'istituto: in oltre 120 hanno protestato per lo stato di abbandono dei loro condomini, costruiti 30 anni fa. Sono così stati denunciati una serie di problemi dovuti alla vetustà degli edifici e soprattutto all'inadeguata manutenzione da parte dell'Ipes, oltre a quelli legati ad un ascensore troppo piccolo e ai vandali che spadroneggiano in garage: chi, fra gli inquilini, vi lascia la bici, rischia di non trovarla più oppure di trovarla senza una o due ruote. Le segnalazioni, a tale proposito, sono ricorrenti ma finora non hanno portato ad alcun risultato. Particolarmente grave, fino a provocare rischi per la sicurezza degli inquilini, il problema delle infiltrazioni. Gianna Romanin se la prende con l'ascensore: «È troppo stretto e non è in grado di trasportare chi è in sedia a rotelle oppure chi ha bisogno di essere assistito dall'ambulanza e portato in ospedale. Le difficoltà le ho incontrate, per anni, con mio marito». Danilo Bertoncello mette il dito sulla piaga dei vandalismi: «Il regolamento prevede che una porta venga lasciata aperta: da lì entrano e fanno dei danni rlevanti, soprattutto alle bici. Se dovessero anche lasciarci aperti i garage non potremmo lasciare lì neppure le gomme delle auto per i cambi di stagione». Simon Rechtaler ce l'ha con l'uscita di sicurezza: «È stata chiusa da 3 o 4 mesi ed io non sono d'accordo. Capisco i problemi di accesso sulla statale, ma adesso quell'uscita è diventata una discarica di rifiuti». Agata Privitera evidenzia la necessità di una maggiore manutenzione: «L'Ipes non l'ha mai fatta. I problemi più rilevanti sono causati dalle infiltrazioni d'acqua. Mi sono trovata in balcone un pezzo di quasi mezzo metro quadrato caduto dal poggiolo sovrastante». Maria Masin mette il dito sulla piaga dei vandali: «Sono ricorrenti le azioni contro il patrimonio di tutti ma l'Ipes, pur informato, non è mai intervenuto. Non è possibile che la metà delle nostre biciclette siano state private delle ruote». Bruno Guarise insiste proprio sulle infiltrazioni. «Sono oramai una costante, soprattutto all'esterno, tanto che l'edificio dove abito è già pesantemente segnato dall'acqua. Bisognerebbe procedere con una sistemazione generale per evitare che i guai peggiorino con il passare del tempo». Annamaria Felolo se la prende anche con le finestre: «Il telaio, tempo fa, ha ceduto ed abbiamo rischiato parecchio. Pensi che quel giorno in casa c'era anche il mio nipotino. È stato un vero miracolo se non è stato colpito dalla finestra che s'è messa di traverso».

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