Abitazioni datate la Lub le trasformerà in case «green»

Ci si affida alle nuove tecnologie per valutare gli interventi Il prof Gasparella: basta espandersi, costruire sul costruito


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Scegliere tra case vecchie e nuove non è una buona scelta per una città. Soprattutto per Bolzano. Che è stretta e cara. E anche un po' chiusa. "Perché il vecchio "è" il nuovo", dice Andrea Gasparella. Nessuna contraddizione ontologica. Tanto che lui, vicepreside alla facoltà di Scienza e tecnologia e che insegna, sempre alla Lub, fisica ambientale, offre un assist non equivoco al "costruire sul costruito", mantra urbanistico bolzanino che si credeva dovuto alla necessità e non alla virtù. Il futuro, invece, è proprio qui. Tutto dentro al patrimonio esistente. Dunque, al vecchio. Che diventa il vero futuro."Perché - dice ancora lo studioso - se costruiamo anche tante case nuove, belle e sostenibili, casaclimatiche e risparmiose, sarà il restante 80% di case vecchie tenute così come sono a bruciarci tutto il nostro ecosistema..." Inutile accanirsi, quindi, sui nuovi cantieri. Guardiamoci intorno e rimbocchiamoci le maniche puntando su quello che già esiste. Ma con occhi nuovi. E il nuovo è la "simulazione". Ed è qui che entra in campo la Lub. La quale ha invitato i suoi studenti e no a una "Building simulation applications". Tradotto: simulare la vita di una casa. E farne strumento costruttivo costante.

Che deve fare Bolzano per crescere, professore?

"Magari smettere di crescere".

Vuol dire non espandersi?

"Queste sono scelte politiche. Dico: può crescere anche se non si espande".

Si spieghi.

"Occorre insistere su un grande piano di recupero dell'esistente. Inutile allargarsi se non si risana ciò che esiste. Perché altrimenti anche il poco di nuovo che sarà costruito, pure bene sarà reso inutile dal fatto che il patrimonio antico e vecchio continuerà a bruciare l'80% delle risorse ambientali".

Vanificando gli sforzi?

"Appunto. E' su quell'80% invece, che occorre insistere".

E in che modo?

"Facendosi aiutare dalla tecnologia. E quello che serve oggi è lo strumento della simulazione costruttiva. Si sono elaborati sistemi che simulano l'intera vita di un edificio. Raccontandoci cosa gli succederà tra cinque, dieci o vent'anni in termini di resa energetica, comfort per gli abitanti, degrado e no delle strutture".

Bello. Ma detto in parole povere, cosa cambia rispetto alle tecniche di oggi?

"E' come passare dalla fotografia al cinema. Voglio dire, come avere un'immagine fissa dell'edificio e invece poterne fare un film, che è in grado di raccontarlo in divenire. Quindi potendo intervenire in fase progettuale e costruttiva".

E dunque, alla fine, risparmiando?

"Assolutamente sì. Queste simulazioni ci insegnano che è inutile sforzarsi puntando solo sull'oggi. O sul bello. Ma occorre mettere insieme tutti i dati energetici e no e, con quelli in mano, procedere poi al progetto e alla costruzione".

Altrimenti è una fatica di Sisifo?

"Sono soldi buttati. Non ci sarà mai equilibrio ambientale in una città ma neppure equilibrio dentro quello stesso edificio".

Daremo l'addio al bello in funzione dell'utile?

"Ecologico e sostenibile non sono in contraddizione con l'estetica. Ma dobbiamo dimenticarci i vecchi parametri. Bello è anche confortevole. Bello è costruire tenendo conto delle funzioni".

Come il design?

"Come il design. Un oggetto è bello ed è utile. E' questa la rivoluzione del costruire che attende anche Bolzano".

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