Abiti usati, l’Asm volta pagina

Presentato il nuovo gestore e chiusa la polemica con Caritas: “Gara imposta da leggi europee”


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Il servizio di raccolta degli indumenti usati è stato di recente impostato secondo una normativa che considera tali indumenti rifiuti, l'Asm ha indetto una gara che è stata vinta dalla cooperativa sociale Mebo Coop di Bolzano e il servizio è stato attivato con l'installazione in città di venti contenitori altamente tecnologici. Il nuovo servizio è stato presentato ieri dal presidente di Asm Wolfgang Plank, che ha voluto prima chiudere la polemica nata dopo che la Caritas, che gestiva il servizio attraverso la cooperativa Albatros, ha criticato l'Asm per aver indetto una gara con un prezzo minimo di 200 euro a tonnellata. “Le normative europee hanno chiarito che gli indumenti usati vanno considerati rifiuti e ha imposto di indire una gara per il servizio raccolta – ha detto Plank – Il prezzo base di 200 euro a tonnellata è stato fissato in modo congruo, visto che il costo di mercato è di circa 300 euro a tonnellata. La Caritas non ha voluto partecipare alla gara e quindi ritengo siano inutili le polemiche”.

Alla presentazione del servizio c’erano anche il dirigente del servizio rifiuti dell'Asm Michele Bellucco, il presidente del Consorzio nazionale abiti e accessori usati (Conau) Edoardo Amerini, il presidente di Mebo Coop Alberto Emer e Stefano Piolatto di Tesmapri spa che si occupa della commercializzazione dell'usato.

Mebo Coop, cooperativa sociale di Bolzano, gestirà il servizio per i prossimi 24 mesi. “Il bando prevedeva un prezzo minimo di 200 euro a tonnellata – ha spiegato Bellucco - Mebo Coop ha offerto 202 euro a tonnellata. Da questa somma verranno detratti 70 euro dall’Asm per spese amministrative interne e 132 euro andranno al Comune che li destinerà per iniziative sociali. Dato che ogni anno si raccolgono da 250 a 300 tonnellate di indumenti usati, il Comune riceverà circa 33 mila euro”.

Per gli abitanti di Bressanone cambierà poco. I 20 contenitori sono dotati di un trasmettitore che segnalerà quando il contenitore è a metà o pieno e quindi pronto per essere svuotato. Gli indumenti raccolti verranno commercializzati nel rispetto della normativa vigente attraverso selezionati partner e negozi dell’usato o verranno avviati alla produzione di pezzatura industriale e al riciclaggio. “Ogni cittadino è libero di decidere a chi donare i suoi abiti usati – ha concluso Plank – Quindi, alla raccolta di indumenti usati, alla Croce rossa o al Vinzenzverein. In ogni caso contribuirà al sostegno di progetti a carattere sociale”.













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