Abusi sessuali sulla figlia Spunta la semi infermità 

In primo grado fu condannato a 12 anni. In appello l’avvocato Nettis ottiene una perizia Le condizioni psichiche dell’uomo non sono normali ma le conclusioni dei periti divergono


Mario Bertoldi


Bolzan o. In primo grado il tribunale lo ha condannato a 12 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata nei confronti della figlioletta che, all’epoca della prima violenza, aveva cinque anni. Ieri in corte d’appello è entrato nel vivo il processo di secondo grado.

La difesa dell’uomo è stata assunta dall’avvocato Nicola Nettis il quale un primo risultato lo ha subito ottenuto. L’imputato infatti è stato sottoposto a perizia psichiatrica dato che era emerso che prima e anche dopo i fatti a lui contestati l’uomo aveva dovuto ricorrere alle cure dei sanitari per problemi di carattere psicologico. Ed è su questo fronte che la difesa cercherà nuovi punti di intervento.

Due anni fa in primo grado il padre - orco era stato riconosciuto responsabile di una serie impressionante di abusi sessuali nei confronti della figlioletta. La Procura aveva chiesto 20 anni di reclusione. Il tribunale si è fermato a 12 anni, disponendo però una serie di condanne accessorie: in primo luogo all'uomo è stata revocata la patria potestà. Non solo. L'imputato - che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti contestati - dovrà anche pagare una provvisionale (immediatamente esecutiva) di 50 mila euro a favore della figlioletta e di 10 mila euro a favore della madre della piccola, ex compagna. Ricordiamo che il padre accusato di abusi sessuali sulla figlioletta è un uomo di mezza età che avrebbe agito per circa tre anni, dal 2009 fino alla fine del 2012. All'epoca dei fatti i genitori della piccola (che non si sono mai uniti in matrimonio) erano già separati perchè l'uomo non aveva accettato di buon grado la gravidanza della compagna, probabilmente per motivi economici. Una situazione che portò alla crisi irreversibile della coppia. Il tribunale dei minori, chiamato ad occuparsi del caso, stabilì che nei fine settimana la piccola sarebbe rimasta in compagnia del padre. L'imputato avrebbe approfittato proprio di quelle giornate per abusare della piccola costringendola a toccarlo nelle parti intime e a subire pratiche sessuali. La madre non si era mai accorta di nulla anche se c'era stato un primo campanello d'allarme quando la piccola fece delle considerazioni sulle parti intime del padre. Il caso venne a galla in tutta la sua drammaticità nel 2012 quando la bambina iniziò a rifiutare l'incontro con il padre nei fine settimana. La piccola piangeva solo all'idea di passare qualche ora con lui. L'uomo però insisteva per vederla e rivendicava il rispetto degli accordi presi in sede di separazione con l'ex moglie, messi nero su bianco dal giudice. Per questo, di fronte all'ennesimo rifiuto, nell'aprile del 2013 il padre si rivolse al Tribunale dei minorenni: è in quella sede che emerse una verità sconvolgente. La ragazzina spiegò perché non voleva più stare sola con il papà e raccontò di quello che succedeva quando trascorrevano il weekend assieme. Ieri in Corte d’appello è proseguito il processo di secondo grado nel corso del quale sono state illustrate le conclusioni della perizia psichiatrica disposta sull’imputato. Secondo la dottoressa Anna Palleschi, perito nominato dalla Corte, l’uomo avrebbe evidenziato qualche problema, non in grado però di scemare le sue capacità di intendere e di volere. A conclusioni ben diverse è giunto il dottor Giuseppe Sartori di Padova, consulente della difesa, secondo il quale l’imputato avrebbe evidenziato un «deficit di intelligenza sociale» (che sarebbe all’origine di comportamenti sociali irrituali). Tramite una speciale risonanza magnetica in zona cerebrale, nel cervello sarebbero anche emersi riscontri neurologici su problemi di carattere mentale che inducono a ritenere l’imputato affetto da infermità mentale (o nella migliore delle ipotesi da semi infermità mentale). La parola ora passerà alla Procura generale e all’avvocato difensore Nicola Nettis. La sentenza è prevista in occasione della prossima udienza, il 7 maggio.

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