la doppia cittadinanza 

Achammer va da Kurz: quella lettera, un errore

BOLZANO. Sì alla doppia cittadinanza. No al metodo seguito da Sven Knoll e soprattutto «no al suo progetto politico» di secessione. L’Obmann della Svp Philipp Achammer si è recato ieri a Vienna per...



BOLZANO. Sì alla doppia cittadinanza. No al metodo seguito da Sven Knoll e soprattutto «no al suo progetto politico» di secessione. L’Obmann della Svp Philipp Achammer si è recato ieri a Vienna per incontrare il cancelliere incaricato Sebastian Kurz, del partito gemello Övp. Viaggio programmato da tempo, che arriva subito dopo il caso della lettera di 19 consiglieri provinciali a Kurz e all’alleato di destra Strache, su iniziativa di Sven Knoll (Stf), con la richiesta di inserire la doppia cittadinanza per i sudtirolesi nel programma del futuro governo austriaco. Su quella lettera la Svp si è trovata su due fronti e Achammer anticipa: «Nel partito dovremo parlare di quanto accaduto». Hanno firmato sette consiglieri, mentre si sono tirati fuori gli assessori e i due consiglieri dell’ala sociale. La doppia cittadinanza era uno degli argomenti previsti ieri sera nell’incontro tra Achammer e Kurz. L’Obmann prende così posizione: «Knoll ha chiesto a ogni singolo consigliere di firmare. Quando si è rivolto a me, ho rifiutato. Dal 2012 la Svp ha deliberato nel proprio congresso di sollecitare Vienna sulla doppia cittadinanza. Non condivido però il metodo seguito dal consigliere Knoll: non è nostro stile inviare una lettera, che diventa subito pubblica, durante le trattative di governo. Secondo, la Svp è favorevole alla doppia cittadinanza, ma con un progetto politico molto diverso dalla Stf. Per noi sarebbe un riconoscimento in chiave europea, mentre sappiamo bene che per la Stf la doppia cittadinanza sarebbe il primo passo, e il secondo sarebbe la secessione». Il presidente Arno Kompatscher aggiunge: «La doppia cittadinanza sarebbe un bel risultato, che chiediamo da tempo. Del resto l’Italia la riconosce agli italiani d’Istria o in Sud America. Ma siamo sempre stati consapevoli che si tratta di un processo complicato per Vienna, che rispettiamo». (fr.g.)













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