Addio ad Ardolino, il “senatore” degli ingegneri 

Si è spento a 84 anni, con il suo studio tecnico aveva seguito lo sviluppo urbanistico della città sin dagli anni Settanta



BOLZANO. «Arrivederci ingegnere!» Si chiude con questo commosso saluto la partecipazione al lutto con cui tutto lo staff del suo studio si stringe alla famiglia di Domenico Ardolino, storico ingegnere bolzanino, spentosi a 84 anni (ne avrebbe compiuti 85 il 24 giugno prossimo) e autore di numerosi e importanti progetti, non solo in Alto Adige. Diplomatosi al liceo classico Carducci - in classe con lui c’erano personaggi del calibro di Arnaldo Loner (poi avvocato) Ettore Frangipane (giornalista e scrittore), Nicola Angelucci (dirigente), Mariano Mazzoni (imprenditore), Gustavo Grata, Massimo Gamba (avvocato), Giorgio Ferretti (a.d. di Banca Commerciale Italiana), Renzo Camozzi (poi giudice del Tar) e Renato Peruz -, Ardolino si laurea poi in ingegneria civile idraulica alla facoltà di ingegneria di Padova. All’inizio degli anni 70, con già alle spalle esperienze lavorative come quella di direttore lavori nella costruzione di impianti idroelettrici, capo ufficio nella ripartizione edilizia privata del Comune di Bolzano e insegnante all’Istituto Tecnico per Geometri Delai di Bolzano, Ardolino decide di compiere il grande salto e avviare un proprio studio di ingegneria con cui si occupa prevalentemente di edilizia civile e ingegneria idraulica. Sono gli anni di crescita, Bolzano si trasforma, diventa più grande. E le cose vanno bene per lo studio Ardolino, protagonista della crescita della città. Nel 1989, per la prima volta lo studio si allarga e accoglie la figlia Giovanna, ingegnere civile edile, aumentando ulteriormente le proprie competenze. Il grande salto arriva nel 1995, quando arriva il terzo Ardolino, il figlio Alberto, ingegnere civile dei trasporti. La sua specializzazione consente allo studio di salire ulteriormente di livello, arrivando a occuparsi di ambiti come quelli delle infrastrutture e, in particolare, di impianti a fune. Il numero degli incarichi cresce giorno dopo giorno e gli Ardolino decidono che è giunto il momento di andare oltre la gestione famigliare per avvalersi di nuovi ingegneri, nuovi architetti e nuovi geometri. Una crescita che nel 2000 porta lo studio ad una gestione di tipo “associato” e che prosegue fino ai giorni nostri con gli associati che salgono a quattro, con altri due ingegneri, un architetto e sei geometri. Un percorso di successo per quello studente del Carducci dal carattere mite, ma dall’intelligenza vivace e dalla grande determinazione, qualche anno fa entrato di diritto nel gruppo dei “senatori” dell’ordine degli ingegneri, che annovera chi ha raggiunto i 50 anni dalla laurea. «Aveva un carattere conciliante – ricorda il figlio Alberto – e un grande senso dell’equilibrio. Qualità per cui è sempre stato apprezzato, sia nella sua attività pubblica che in quella privata. Una passione per il proprio lavoro durata oltre mezzo secolo che gli ha permesso di ricoprire importanti incarichi in Cda oltre che consulente per imprese e realtà immobiliari e di diventare presidente dell’ordine, una passione che lo ha portato ad andare nel suo studio fino a quando le condizioni di salute gliel’hanno permesso, una passione trasmessa a due dei suoi tre figli, Giovanna e Alberto. A loro e a Paolo, l’altro figlio, a sua moglie Ada - che Domenico aveva conosciuto sui banchi del Carducci - ai generi, alla nuora e ai nipoti, si stringerà idealmente la città, domani, alle 9.45, nella chiesa di Tre Santi per l’ultimo saluto a Domenico. (p.t.)













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