Adunata generale per salvare il Virgolo

Caramaschi convoca un tavolo aperto ad associazioni, cittadini e imprenditori per progettare insieme il recupero



BOLZANO. Il Virgolo è di nuovo in cima all'agenda del sindaco Renzo Caramaschi. Ed è già programmato il "tavolo" (praticamente il suo) che dovrà ridisegnarne ruolo, forme e nuova identità.

La notizia è che sarà un tavolo aperto e trasversale. Ci sarà maggioranza e opposizione, possibili committenti e proponenti, proprietari e parti sociali. Il Virgolo è un'emergenza, ecco il perché dell'accelerazione tutt'intorno alla collina di Bolzano. E conoscendo il sindaco e il suo attivismo, tutto vuole Caramaschi meno che trovarsi con i "pantaloni in mano" (frase di un ammiraglio americano dopo Pearl Harbor) quando i problemi verranno al dunque. E i "dunque" sono un paio. Il primo. I proprietari dei terreni hanno già chiesto i danni al Comune: il blocco urbanistico si sta rivelando una sciagura per chi si vede impossibilitato a costruire alcunché sul Virgolo. E questo dà più di 30 anni.

Vittorio Repetto, l'imprenditore bolzanino nella cordata, con Della Vedova e altre imprese, ha chiesto un colloquio a Caramaschi. Vuole sapere che intenzioni ha il Comune.

Il secondo. La Signa di Benko è in attesa di conoscere il parere del Tar su via Alto Adige per avviare, subito, il suo parallelo progetto per la riqualificazione della collina.

E il sindaco vuole che il 2017, tra accordo di programma per l'Areale , avvio del Pru di via Perathoner e procedura per il riempimento del “buco” di via Alto Adige sia il suo anno del fare dopo tante programmazioni. E considera il Virgolo il suo fiore all'occhiello. Terzo punto, le emergenze ambientali. La collina è in uno stato di degrado inarrestabile. E lo è a due passi dal centro. Per Caramaschi un pugno nell'occhio.

«Siamo intervenuti quattro volte nel 2016 - ricorda Vittorio Repetto - per ripulire l'area dell'ex tennis. Ma è una fatica di Sisifo». Il problema non è solo ambientale. Anche di sicurezza. I terreni sono ricettacolo di sbandati che superano ogni recinzione. E poi gli incendi. Poche settimane fa è accaduto sul Colle. Potrebbe riaccadere poco più in là. «Ma il Virgolo - aggiunge Repetto - sarebbe ancor più difficilmente raggiungibile nelle attuali condizioni...». Per questo Caramaschi ha più volte sentito Heinz Peter Hager in questi mesi. Col braccio destro di Benko a Bolzano il sindaco vuole portarsi avanti nel caso di sentenza favorevole del Tar. Nel senso che il cantiere di via Perathoner-Garibaldi potrebbe anche partire tra pochi mesi e il Comune vuole essere nelle condizioni di affrontarlo avendo già predisposto un piano di massima rispetto alla sua collocazione, anche in funzione della viabilità. Lo stesso per il Virgolo. Che ne potrebbe essere il complemento. «È il nostro “regalo” alla città - aveva detto Hager - e vogliamo mettere a punto il progetto per la sua riqualificazione a stretto contatto col municipio e tutte le parti interessate». La Signa è infatti subentrata ai vecchi proprietari dei terreni attraverso una opzione di acquisto già rinnovata anche per il prossimo anno. E il gruppo si è reso protagonisti della messa a punto di un concorso internazionale di architettura da cui è uscito il progetto vincitore, quello dello studio Snohetta. Con stazione del funivia a valle che è prevista all'imbocco della galleria a sua volta programmata nel quadro della pedonalizzazione di via Alto Adige.

Sono dunque loro gli interlocutori che Caramaschi sta chiamando al tavolo di lavoro per il rilancio della collina. Assieme a quelli della città.

E badate bene che la riqualificazione che dovrà essere, nelle intenzioni del sindaco, sostenibile sia dal punto di vista ambientale che soprattutto economico. Il secondo corno, quello economico, è coperto dagli investimenti che il gruppo Benko ha già programmato. Il primo, invece, sarà al centro del tavolo. Ma con un quadro generale più rilassato rispetto solo ad un anno fa. Perché Hager ha già mostrato le direttrici della riqualificazione in quota che dovranno rispettare le attuali cubature e essere funzionali ad una visione "ecosociale" ( così era stata definita) della collina riconvertita. Luogo da cui guardare la città e da cui patire per raggiungere, con un prolungamento funiviario, lo stesso Colle.(p.ca.)













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