Bolzano

Aeroporto ampliato, «su Bolzano impatto minimo»

Lo studio dell’Abd: «Rumore limitato, emissioni scarse, l’habitat faunistico migliorerà». Il rapporto ora al vaglio dell’Appa


di Davide Pasquali


BOLZANO. L’ampliamento dell’aeroporto avrà ripercussioni minimali sull’ambiente. Lo dicono a chiare lettere le conclusioni dello studio commissionato dall’Abd a Pasquali Rausa Engineering, Tecnovia e Cisma, depositato ieri all’Agenzia provinciale all’ambiente, incaricata ora dalla giunta provinciale di vagliarne e validarne (o meno) i risultati. Oltre cento pagine, tavole su tavole a colori. Uno studio approfondito, condotto in due fasi, a ottobre e gennaio. A validare o meno sarà l’Appa, ma le conclusioni dei vari capitoli dello studio sull’ampliamento della pista sono piuttosto inequivocabili. Basta citarle, senza commenti.

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Rumore. «Le ripercussioni sotto il profilo dell’inquinamento acustico, dovuto anche al fatto che il traffico aereo previsto è solo di giorno e non di notte, non sono determinanti sia come valore in termini assoluti che come dimensioni di aree potenzialmente interessate. La fascia più delicata sotto il profilo acustico non interessa mai zone residenziali o case in verde agricolo». In generale, «esistono solo poche case in verde agricolo per le quali il valore di immissione rispetto alla situazione esistente peggiora, anche se in modo tale per cui non vengono richieste particolari misure antirumore».

Emissioni in atmosfera. Il contributo emissivo dell'aeroporto, «con riferimento alle sostanze emesse durante i cicli di decollo e atterraggio sotto i 1000 metri risulta poco significativo sia per quanto riguarda gli inquinanti regolamentati che per i gas ad effetto serra (CO2)». In termini relativi «le emissioni aumentano proporzionalmente al numero di voli, ma in termini assoluti esse sono trascurabili rispetto alle rimanenti sorgenti inquinanti che insistono sull’area». Va comunque sottolineato che «l'incremento non è dovuto all’allungamento di 30 metri della pista, quanto al previsto incremento dei voli previsto nel business plan (con valori peraltro cautelativi dal punto di vista ambientale), che in realtà prescinde dalla modifica tecnica della pista». Questi incrementi «vanno pertanto totalmente imputati a previsioni di tipo economico relativi all’espansione dello scalo bolzanino». Non si ritiene invece che il solo allungamento della pista «possa avere una influenza diretta sulle emissioni, in quanto queste sono calcolate sull'intero ciclo di atterraggio e decollo, includendo quindi sia la parte di emissione a terra che in volo sotto i 1000 metri, quindi ben oltre il termine fisico della pista di atterraggio/decollo».

Ecotessuto. Il futuro ampliamento della zona aeroportuale «non provoca impatti significativi, andando ad inserirsi in un tessuto già ampiamente antropizzato da secoli, in cui non esistono connessioni che possano essere interrotte e il cui sistema ha subito e subisce sistematicamente impatti sicuramente più gravi». Al contrario, «la situazione “ambientale” che l’aeroporto determina sembra avere influenze positive, creando un leggero miglioramento delle condizioni generali dell’area».

Agricoltura. L’impatto principale a carico della componente agricoltura legato all’ampliamento dell’infrastruttura, prosegue lo studio, «è già avvenuto con l’acquisizione dei terreni da parte della società Abd e con la sottrazione degli stessi alla superficie a frutteto». Rimangono degli impatti residuali «legati all’ulteriore impermeabilizzazione del suolo per l’allungamento della pista e l’asfaltatura della resa sud e delle trascurabili interferenze sulle parti eduli (mangiabili, ndr) causate dalle emissioni in atmosfera».

Fauna. La realizzazione di quanto previsto dal Masterplan «risulta complessivamente compatibile con le presenze faunistiche dell’area in esame». Un leggero possibile aumento del traffico aereo ed un possibile aumento delle dimensioni degli aerei, oltre che un possibile aumento del traffico veicolare, «rappresentano un contenuto aumento degli impatti prevedibili sulla fauna». A completamento di quanto descritto, «si consideri che il progetto definitivo-esecutivo prevede un aumento di terreno a maggiore valenza naturalistica (area aeroportuale) e una conseguente diminuzione del territorio a bassa valenza (ad esempio: meleti intensivi), mentre prevede la sostituzione dell’area umida nell’area sud-ovest dell’aeroporto con un bacino di raccolta interrato rispetto all’attuale piano di campagna ed interamente ricoperto di terra vegetale». L’aeroporto quindi «rappresenta già attualmente nel suo complesso una zona chiusa, diversa rispetto all’ambiente circostante che può, a seconda delle specie faunistiche, rappresentare un sistema source (sorgenti, ndr) o sink (scarichi, ndr). L’aumento di tale area come previsto dal progetto definitivo-esecutivo, dal punto di vista della fauna non può che rappresentare un leggero miglioramento».

Acque e idrocarburi. Essendo l'incremento della pista minimale, «anche la differenza dell’impatto risulta trascurabile. In ogni caso l'impianto di raccolta e smaltimento delle acque risulta allo stato attuale già adatto a smaltire questo carico».













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