Aeroporto, «gara europea anche se vince il no»

Il direttore generale dell’Enac Quaranta fa chiarezza in vista del referendum «Alla Provincia può anche passare il sedime, ma non la gestione dello scalo»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Alessio Quaranta, direttore generale dell’Enac, ha rilasciato ieri un’intervista sulla gestione degli aeroporti regionali in Italia ed in particolare sullo scalo di Bolzano, che il prossimo 12 giugno sarà al centro di un referendum sul piano di rilancio con fondi pubblici della durata di 5 anni (2,5 milioni ad anno). L’intervento di Quaranta spazza il campo dagli equivoci: se anche dovesse vincere il «no» l’Enac bandirà una gara europea per capire se ci sono privati interessati alla gestione («abbiamo avuto diverse esperienze positive anche per scali di piccole dimensioni») e poi, in seconda battuta, la Provincia al massimo potrà acquisire il sedime aeroportuale ma sulla gestione non potrà comunque avere l’ultima parola. L'aeroporto resterà comunque un aeroporto e non potrà certo essere «riconvertito» in un parco pubblico, come avevano ipotizzato nelle scorse settimane diversi esponenti del «fronte del no».

«Il piano nazionale degli aeroporti - spiega Alessio Quaranta, grande esperto del settore - è uno strumento programmatico e non uno strumento gestorio. Tutti gli aeroporti che non sono nel piano hanno comunque sempre un interesse regionale e lo Stato non abdica certo dalla sua funzione di regolazione, che viene esercitata per la parte tecnica dall’Enac. Gestione delle attività e sicurezza restano comunque incardinate, formalmente e sostanzialmente, in un’autorità unica nazionale. Non vengono certo rimesse alle autorità regionali».

Quaranta sottolinea che nei casi in cui ci si è trovati di fronte a situazioni deficitarie o a strutture da rivitalizzare «l’Enac ha provveduto più volte a bandire gare pubbliche europee per trovare sul mercato eventuali investitori desiderosi di subentrare. Il fatto di non essere compresi tra gli aeroporti di interesse nazionale non comporta la chiusura, la dismissione o un ruolo subalterno. Se la Regione o la Provincia non dimostrano interesse alla gestione della struttura questo non significa che essa debba essere chiusa». La strada obbligata (se dovesse vincere il no), come hanno spiegato più volte anche Abd e Provincia, sarebbe una gara europea.

«Dal punto di vista dell’Enac - conclude il direttore generale Quaranta - la metodologia per selezionare il contraente non può che essere la gara pubblica europea. Fino ad oggi abbiamo avuto delle esperienza già coronate da un discreto successo nel trovare soggetti desiderosi di andare a gestire un’infrastruttura aeroportuale aperta al traffico di aviazione generale. Non penso che a livello regionale si possano individuare procedure diverse di scelta del contraente».

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