Affossato il nuovo taglio alle indennità

No della commissione regionale alla legge delle Acli sulla sforbiciata da 3.250 euro al mese. Tensioni in maggioranza



BOLZANO. «Abbiamo già dato, basta tagli»: i consiglieri regionali respingono la richieste di ridurre ulteriormente i propri compensi. Prima bocciatura ieri, in commissione legislativa regionale, per il disegno di legge di iniziativa popolare promosso dalle Acli, accompagnato da migliaia di firme. Difficile immaginare sorte diversa dalla bocciatura, quando il disegno di legge arriverà in aula per la discussione plenaria. Le Acli propongono un pacchetto di tagli ai costi della politica, tra cui una indennità per i consiglieri di 7500 euro mensili lordi, più un rimborso spese forfettario di 500 euro. Un taglio drastico di 3250 euro, rispetto agli attuali 9800 euro lordi, più rimborso esentasse di 700 euro ed ulteriori 750 euro previa rendicontazione.

Il disegno di legge è stato discusso e bocciato ieri dalla prima commissione, ottenendo il voto negativo della Svp e l’astensione dell’opposizione. L’unico «sì» è arrivato da Walter Kaswalder, presidente della commissione, fresco di espulsione dal gruppo del Patt. Uno sgarbo alla maggioranza, arrivato al termine di una mattinata da crisi di nervi per la maggioranza regionale. Svp e Patt avevano chiesto il rinvio della commissione, perché non riconoscono più Kaswalder come proprio rappresentante. I consiglieri di opposizione hanno votato per proseguire i lavori e ce l’hanno fatta. Patt e Svp hanno poi consegnato una lettera, ribadendo il concetto su Kaswalder e ancora i lavori sono proseguiti, con il Patt fuori e la Svp in aula. Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) anticipa il parere negativo di parte delle opposizioni in aula: «Ma oggi (ieri, ndr) abbiamo permesso la discussione della legge, mentre la maggioranza avrebbe voluto rinviare tutto».

Il disegno di legge n.70, promosso dalle Acli, depositato il 29 gennaio del 2016 ha come titolo ha come titolo «Trattamento economico e previdenziale dei consiglieri e dei componenti della giunta regionale e ulteriori misure volte al contenimento della spesa pubblica». Negli ultimi anni i consiglieri hanno ridotto le proprie indennità, ma secondo le Acli non è sufficiente: «La questione del trattamento economico rischia di pesare come un macigno sul futuro dell’Autonomia, in quanto delegittima la convinzione, radicata nella storia e diffusa in gran parte dell’opinione pubblica locale e nazionale, di credere in un sistema amministrativo dall’alto profilo etico, responsabile e trasparente». Oltre alla sforbiciata delle indennità dei consiglieri, il pacchetto delle Acli prevede la riduzione delle indennità della giunta regionale (1500 euro lordi per il presidente e 800 euro per gli assessori), 1200 euro per il presidente del consiglio regionale, nessun compenso per l’ufficio di presidenza. Chiesta inoltre la soppressione futura di ogni trattamento previdenziale, e 3300 euro massimi per i vitalizi acquisiti. Risparmi quantificati: 5,2 milioni all’anno, che alimenterebbero un fondo per il sostegno della famiglia e dell’occupazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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