Agenti indagati, confermati gli arresti 

Informazioni riservate: il giudice respinge le istanze dei difensori sulla custodia cautelare. Martedì se ne occupa il tribunale


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il giudice Marco La Ganga di Trento ha respinto un’istanza di revoca della custodia cautelare agli arresti domiciliari avanzata nei giorni scorsi dagli avvocati difensori degli agenti delle Forze dell’ordine coinvolti nella clamorosa inchiesta sulla vendita di informazioni riservate d’ufficio dietro corresponsione di somme di denaro da parte di un paio di investigatori privati. L’inchiesta è tutt’ora in corso ed il giudice (lo stesso che aveva firmato l’ordinanza relativa alla misura cautelare) ha semplicemente confermato il suo provvedimento. La difesa, però, ha deciso di dare battaglia e ha depositato un’altra istanza di revoca della custodia cautelare davanti al tribunale del riesame. L’udienza è stata fissata, a Trento, per martedì mattina. Ricordiamo che si trovano agli arresti domiciliari nove indagati, tra cui un paio di poliziotti, un paio di carabinieri ed un finanziere. Secondo l’ipotesi accusatoria gli agenti delle Forse dell’ordine sarebbero stati al soldo dell’agenzia di investigazione privata Delmarco, con sede legale a Bolzano, operante con una sede anche a Trento. In cambio di un compenso, gli agenti avrebbero sfruttato le credenziali di servizio per ottenere informazioni riservate. Gli agenti avrebbero fornito dati sensibili su persone al centro di indagini private delle agenzie. Il presunto illecito passaggio di informazioni riguarda anche un altro beneficiario, l’agenzia investigativa Matrix di San Martino Buonalbergo, a Verona. Nell’udienza di garanzia tutti gli indagati si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, seguendo le indicazioni dei rispettivi avvocati. Alcuni inquisiti avevano però depositato delle dichiarazioni spontanee scritte ribadendo la disponibilità a chiarire tutti gli aspetti della vicenda dal momento in cui i legali avranno la possibilità di prendere visione della documentazione della pubblica accusa. Al momento l’ordinanza di custodia cautelare (agli arresti domiciliari) è stata motivata con un presunto rischio di pericolo di reiterazione del reato. E’ un punto che la difesa contesta in quanto gli avvocati ritengono che il provvedimento cautelare non abbia più giustificazione sulla base degli ultimi sviluppi dell’indagine. Di qui la decisione di inoltrare nuovamente l’istanza di revoca al tribunale del riesame. I legali hanno rilevato, tra il resto, che l’agenzia investigativa Del Marco (a cui si rivolgeva anche la Matrix di Verona per ottenere informazioni riservate) è stata affidata ad un amministratore giudiziario, cioè un commercialista chiamato a gestire l’ordinaria amministrazione. L’agenzia è infatti sequestrata giuridicamente ma un professionista ne cura, per conto del giudice, gli atti indispensabili anche a tutela della clientela. Di qui la considerazione che la reiterazione del reato al momento non sia possibile.

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