la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli


BOLZANO. «Basta costruire alloggi per chi arriva da fuori e li usa come “seconda casa” o mero investimento (speculazione)». È la promessa del presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, fatta dal palco della festa dei lavoratori il primo maggio sui prati del Talvera, ai segretari provinciali dei sindacati - Cristina Masera (Cgil), Donatella Califano (Cisl), Mauro Baldessari (Uil) - tornati ad incalzare la Provincia sull’emergenza casa. Che oggi in Alto Adige - e in particolare a Bolzano e dintorni - è emergenza sociale, perché i prezzi degli alloggi pesano troppo sul budget delle famiglie. Ma sta diventando anche emergenza lavorativa, perché proprio il problema casa induce anche chi sarebbe disposto a trasferirsi qui, ad optare per altre destinazioni.

Preoccupazione espressa anche dal presidente provinciale di Confindustria Heiner Oberrauch, nel recente incontro con l’assessora Ulli Mair: «Bisogna aumentare l’offerta di alloggi per trattenere in Alto Adige lavoratori qualificati e attirarne da fuori».

Stop alle speculazioni

Ecco dunque la proposta di Kompatscher: «Si deve - spiega il governatore - estendere il vincolo (convenzionamento uguale riservato ai residenti stabili) a tutti i nuovi alloggi, in tutta la provincia e garantirne l’uso appropriato, con controlli a tappeto. Se non facciamo così, continuiamo a costruire per chi arriva da fuori e usa l’appartamento solo per venirci in vacanza».

Kompatscher cita i numeri che confermano quanto il fenomeno sia diffuso in una terra in cui il mattone è venduto a peso d’oro. «Negli ultimi anni in Alto Adige sono stati costruiti mediamente ogni anno 2 mila alloggi. Nello stesso periodo la popolazione è aumentata di circa 2.500 unità. Perché non bastano? La risposta è semplice: troppi sono stati acquistati e vengono poi utilizzati come seconde case o affittati a scopi turistici. Bisogna porre un freno».

Solo una buona intenzione o qualcosa di più?

«Il programma di governo prevede proprio questo».

No ad alloggi a ponte Roma

Sul palco della Festa dei lavoratori anche il sindaco Renzo Caramaschi. Al primo cittadino è stato rivolto l’appello dei sindacati: «Non trasformate in residenziale l’area, attualmente classificata come produttiva, che confina con i quartieri Oltrisarco-Aslago e Don Bosco e si trova tra via Roma, via Achille Grandi e via Lancia al nord».

Il motivo? «Significherebbe - sostiene Cristina Masera, segretaria provinciale della Cgil - ridurre le aree produttive, aumentando le difficoltà per le aziende che già sono sul territorio, di ampliarsi. Inoltre significherebbe chiudere di fatto le porte a nuove iniziative da parte di imprenditori che arrivano da fuori».

Ricordiamo che, a settembre dello scorso anno, proprio per far fronte alla carenza di alloggi a Bolzano, un gruppo di imprenditori altoatesini aveva presentato il progetto “Quartiere Ponte Roma”. Una proposta concreta avanzata dagli imprenditori Heinz Peter Hager, Paolo Tosolini e Robert Pichler. Il progetto consentirebbe di realizzare nel breve termine 1.000 alloggi e altri 500 per studenti.

La destinazione di quelle aree, dismesse da anni, è oggetto di discussione in Comune ormai da mesi ed è legata anche all’approvazione del Piano della zonizzazione acustica continuamente rinviata. Ufficialmente perché - secondo il sindaco - si aspetta una decisione da parte della Provincia; in realtà, la giunta sulla destinazione delle aree vicino a ponte Roma, è spaccata. Quindi si preferisce non decidere.

Case nei comuni limitrofi

Ma anche l’eventuale edificazione del “Quartiere Ponte Roma” non sarebbe una risposta sufficiente all’emergenza casa, per questo Caramaschi, durante la manifestazione del primo maggio, ha chiesto al governatore che “la Provincia faccia la propria parte affinché Bolzano possa ampliarsi anche dal punto di vista residenziale nei comuni limitrofi come Laives, Terlano, Appiano”.

«Non possiamo - ripete il sindaco - edificare tutto. Oggi il capoluogo ha 107 mila abitanti e il 41% del territorio è già cementificato. In questi anni si sono costruiti interi quartieri: da Firmian a Casanova, a Druso est dove abitano centinaia di famiglie. Non basta, però».

Il motivo? È cambiata soprattutto la struttura delle famiglie. «Se negli anni Settanta i nuclei composti da un’unica persona rappresentavano il 5%, adesso siamo al 48%».

Caramaschi fa il paragone con Trento: «Il capoluogo trentino ha un territorio più ampio che gli consente di avere “solo” 700 abitanti per km quadrato, contro i nostri 2.200. Per fare un esempio, se fossimo a Trento Terlano rientrerebbe nel perimetro della città. Mentre da noi è un altro comune».













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