Agivano in coppia rubando pellicce e capi di grandi firme

Due serbi sono stati arrestati all’aeroporto di Malpensa. Hanno commesso furti in Pusteria, Cortina, Lombardia



VAL PUSTERIA. Due arresti e quattro indagati, per furti di pellicce ed abiti di alta moda, per 250 mila euro. E' questo il bilancio dell'indagine condotta dal commissariato di Polizia di Cortina. Mercoledì sera alle 18 all'aeroporto di Malpensa su ordine della Procura della Repubblica di Belluno sono stati arrestati due coniugi serbi, residenti in Germania: Biljana Zivkovic, 28 anni, e Zarko Zivkovic, 48 anni. Altri quattro, due donne e due uomini, di cui tre serbi e un'italiana sono indagati.

L'operazione ha preso avvio da un colpo messo a segno in una pellicceria a Cortina il 18 dicembre 2011: la coppia serba avrebbe effettuato 10 furti in tutto il Nord Italia, dalla Pusteria alla Lombardia e nel centro in Toscana, di cui quattro a Cortina. La refurtiva veniva poi venduta nell'Est Europa. «Erano due insospettabili», spiega la dirigente del Commissariato Angela Pierobon, «entravano nelle pelliccerie o nei negozi di grandi firme, vestiti con abiti eleganti».

A Cortina, dal video della pellicceria, si vede che la donna ha distratto la commessa chiedendo di provare un foulard, l'uomo invece si aggirava nello stand di pellicce. Ha individuato quella più costosa, uno zibellino dal valore di 80 mila euro. Prima l'uomo l'ha spostata, poi l'ha arrotolata e se l'è infilata sotto il giaccone senza che nessuno notasse niente. I due poi sono usciti felici e sorridenti dal negozio. Alla sera, durante l'inventario, la commessa si è accorta dell'ammanco, è stata fatta la denuncia di furto e da lì sono partite le indagini.

Gli agenti di Polizia hanno prima ricostruito i furti simili avvenuti a Cortina e negli archivi hanno trovato due colpi analoghi: uno avvenuto il 21 gennaio del 2006 in un negozio di alta moda e uno il 9 dicembre del 2007, quando fu rubata una pelliccia di ermellino del valore di 28 mila euro.

«Abbiamo iniziato ad analizzare fotogrammi dei furti», spiega la Pierobon, «e così avevamo i volti ma non ancora i nomi. Abbiamo inviato le foto dei ladri a varie pelliccerie e negozi di alta moda, in Toscana una commessa ha riconosciuto i due coniugi che erano appena entrati nel negozio. Ci chiama subito e le diciamo di tergiversare. La commessa riesce a trovare una scusa e si fa lasciare un numero di cellulare dicendo loro che non poteva vendere le pellicce».

Il numero prima risulta spento poi si scopre che è intestato a Biljana, una giovane serba con precedenti specifici. Inizia così l'attività di analisi dei telefoni che ha portato all’arresto della coppia.

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