Ai lidi un crollo di bagnanti fino al 60%

Si salva solo Bolzano: -30%. A soffrire di più sono state le strutture in quota con trenta giorni di chiusura


di Davide Pasquali


BOLZANO. A salvarsi, ma per modo di dire, pare sia stato soltanto il Lido di Bolzano, con un buon meno trenta per cento, e pur sempre con la rete di salvataggio finanziaria dei mille e duecento abbonati fissi. Paganti. Agli altri, a tutti gli altri lidi altoatesini, è andata proprio male: minimo il cinquanta per cento di bagnanti in meno, ma alcuni gestori parlano tranquillamente di un meno sessanta per cento. Tutta colpa del maltempo, con pesanti ripercussioni non soltanto sull’umore di altoatesini e turisti, ma anche sulla gestione e sui bilanci delle strutture. Se andrà bene, al termine della stagione si sarà riusciti a malapena a coprire i costi, però si dovranno compiere sforzi non indifferenti, specie da parte di chi, come a Nalles e a Collalbo, ha avviato la nuova gestione nel 2014.

Bolzano. Diciamocelo, magari fosse stata soltanto un’estate con la nuvola di Fantozzi. È stata di più, una tragedia. Al Lido del capoluogo, però, ancora non hanno perso le speranze. Il responsabile per conto del municipio, Gianni Felicetti: «Non parlerei di un’estate nera, non è ancora finita. In un anno normale siamo attorno alle 165 mila entrate totali. Ora come ora siamo già a 92 mila. Le stime degli uffici comunali dicono che a fine stagione dovremmo registrare un calo attorno al trenta per cento». Non un disastro totale, «sicuramente ad altri lidi è andata peggio; noi ci salviamo anche per via della campagna abbonamenti: pure quest’anno è andata molto bene». Anche per questo motivo, cioè per dare modo agli abbonati di scaldarsi le ossa, si terrà aperto fino al 14 settembre, una settimana oltre l’inizio dell’anno scolastico. «Finora, abbiamo chiuso 13 giorni completamente, più altre quattro o cinque mezze giornate. Anche nelle giornate così così, fra abbonati e chi fa nuoto libero, un centinaio di persone entrano». E quindi, non si può mica chiudere. Il record al sabato è stato di 3.800 presenze, di domenica siamo attorno alle 3.250. Ma i giorni ottimi si sono contati sulle dita di una mano, e nemmeno tutte, le dita. Un anno nero no, ma un agosto nero, ammette Felicetti, «sì». Anche perché quest’anno al maltempo e al freddo si è pure sommata un’altra jella: piscina coperta inagibile - e lo rimarrà di certo almeno fino ai primi giorni di ottobre - per i lavori di sostituzione della vasca con una nuova d’acciaio. Comunque sia per le piscine all’aperto si spera ancora, eccome, sulle prossime 3 settimane. Di bel tempo.

Fuori città. Gli altri gestori, invece, non ci credono nemmeno più. Loro, mica hanno gli abbonati bolzanini. Da Nalles, lido gestito per il primo anno dalla Hydrofit di Caldaro, al telefono i gestori raccontano: «Sotto almeno del cinquanta per cento. Per di più, noi siamo penalizzati anche coi quattro campi da tennis: se piove, sono inagibili anche il giorno dopo. Dovremmo tenere aperto fino a domenica 7 settembre, ma stiamo a guardare le previsioni: potremmo chiudere anche prima, se arrivasse un’altra settimana terribile». Anche le stesse previsioni meteo sarebbero penalizzanti: «La gente ci si affida sempre di più e non sempre ci azzeccano: danno brutto ma magari la giornata regge, solo che la gente va su internet, vede che è previsto brutto e non viene». Butta male anche a Collalbo, come in tutti i lidi più in quota. Dal centralino rispondono: «Siamo soddisfatti per come è andato il primo anno dal punto di vista della gestione, ma rispetto ai dati del passato siamo sotto del 50-60%. Qui siamo in quota, fa più freddo e nella conca bolzanina non c’era la solita afa: non si è sentito il bisogno di venire al fresco. Stiamo aperti fino a fine agosto, ormai l’estate è andata». Andata male: «Come tutte le strutture più piccole e in quota, anche per limitare i costi, ci siamo visti costretti a chiudere tanti giorni. In totale, dal penultimo weekend di maggio, sono stati almeno trenta...»

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