Albergatori, patto anti-meteo con Zaia

Gli operatori altoatesini e il governatore del Veneto uniti contro i siti che condizionano le vacanze dei turisti


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Uniamoci, incontriamoci al più presto e individuiamo assieme tutte le possibili contromisure, comprese quelle eventualmente possibili sul piano giuridico e risarcitorio». A lanciare l’alleanza, in particolare con Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, contro quello che ormai da più parti viene definito “meteoterrorismo”, è il governatore del Veneto Luca Zaia che per primo, un paio d’anni fa, ha cominciato ad attaccare i siti meteo capaci (si salvano solo quelli fatti da Province e Regioni) di condizionare le vacanze e quindi l’industria del turismo. La preoccupazione di Zaia è giustificata dal fatto che il Veneto è la prima Regione turistica d’Italia con 70 milioni di presenze e un fatturato di 17 miliardi.

«Noi ci siamo - dice Manfred Pinzger, direttore dell’associazione albergatori altoatesina - dobbiamo fare squadra. Certi siti meteo sono un incubo: da loro dipende spesso la decisione del turisti, in particolare di quelli che si fermano tre-quattro che sono ormai la maggioranza, di confermare o disdire una prenotazione».

Se in Veneto il turismo è il settore economico trainante, in Alto Adige è al secondo posto dopo il manufatturiero, con 28 milioni di presenze. Si calcola che ogni ospite spenda in media 120 euro al giorno. Una giornata persa, perché sui siti meteo - in Italia sono circa 300 - compare una nuvoletta di troppo, si paga a caro prezzo. Ancora peggio quando le previsioni sul lungo periodo - che come tali sono scarsamente attendibili - annunciano l’arrivo di una perturbazione.

«In particolare sui siti meteo consultabili sull’Iphone - dice Michael Zimmerhofer, dell’hotel Schwarzenstein di Lutago - nella nostra zona c’è sempre la nuvoletta».

E in inverno ci sono i fiocchi. «Se come quest’inverno i siti metteno continuamente neve - dice Klaus Kier, direttore dell’hotel Adler di Ortisei - i turisti si spaventano: non sanno che da noi le strade sono pulite». In realtà quando fa brutto non tutti piangono. «I turisti - spiega Roberta Agosti, direttore dell’Azienda di soggiorno - scendono in città e ne beneficiano bar, ristoranti e negozi».

Nulla da dire se le previsioni sono giuste. «Il guaio - è dice Zaia – che spesso sono sbagliate e bisogna trovare un deterrente contro le bufale del meteo». La presidente dell’associazione albergatori di Rimini Patrizia Rinaldis ha calcolato che un weekend perso tra Rimini, Cattolica, Bellaria, Riccione, dove ci sono 2.500 alberghi vale 10 milione. Cifra che giustifica l’offensiva lanciata da albergatori e bagnini: «Non chiediamo i danni, ma la convocazione dell’organismo di mediazione. Ci siederemo intorno a un tavolo con i responsabili dei principali siti meteo. Servono regole chiare: dall’aggiornamento in tempo reale dei siti all’indicazione che le previsioni a lungo termine non hanno alcuna attendibilità».

Chi la prende con filosofia è invece Michil Costa, noto albergatore della Val Badia, sempre controcorrente: «Il mio consiglio al turista è di imparare ad apprezzare quello che c’è di buono anche in una giornata di pioggia. Può essere l’occasione per leggere un buon libro e se arriva uno sprazzo di sole ci si può sempre concedere una passeggiata».













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