Alexo, gli italiani d’America catturati in un clic bolzanino

Diplomato al Torricelli, il fotografo cura il progetto “ItaliaNy” sui migranti


di Alan Conti


Volti immersi nel fascino metropolitano di New York. Foto che raccontano una storia solo a guardarle e che, alla fine, puoi anche leggerle perchè una storia da raccontare ce l'hanno davvero.

New York è capolino di molti sogni, catino di speranze, a volte miraggio di un futuro migliore. Professionale e umano. Tante volte La Grande Mela concretizza questi desideri e disegna delle vite che hanno avuto il semplice coraggio di crederci: rispettose del passato, ma orientate a un presente più concreto. Sono i volti e gli sguardi che il fotografo Alexo Wandael raccoglie in ogni angolo della città americana cercando italiani che sono emigrati a New York in età adulta, ciascuno con la sua motivazione, ciascuno con il suo sogno.

Dietro allo pseudonimo professionale di questo fotografo e architetto si trova il nome e il cognome con cui è molto conosciuto a Bolzano: Alessandro Cacopardo. Alexo, infatti, è nato e cresciuto nel capoluogo altoatesino che ha lasciato con il diploma conseguito al liceo scientifico Torricelli per una carriera da sottolineare. Prima l'università a Ferrara, poi tre anni da architetto a Berlino prima di trasferirsi a Los Angeles e New York. Un percorso brillante con carta e matita in mano, ma i grandi talenti difficilmente si fermano. Accanto alla specializzazione nell'ambito dell'architettura, dunque, ecco che Wandael ha coltivato e sviluppato la passione della fotografia nel settore della Fine Art. Un’applicazione continua e sistematica che lo porta a realizzare reportage sulla condizione femminile in Afghanistan. Documenti tutti da approfondire per lo spaccato sociale che offrono. Oltre alle fotografie “sul campo”, Cacopardo collabora a stretto contatto con il mondo della moda ad eventi organizzati da Vogue (di cui firma diverse copertine). In un clic la passione si è trasformata in un lavoro che ha portato al progetto “Italiany.us” ideato e supportato con la casa per la promozione della cultura italiana Zerilli Marimò. «Ho cercato ritratti di italiani da catturare con l'obiettivo inseriti in contesti legati alla loro storia o alla loro figura professionale – racconta il fotografo bolzanino che da 14 anni vive nella “Bug Apple” – per dare risalto a chi ha avuto il coraggio di una scelta non facile». Un viaggio nelle vite di connazionali lontani. «Assolutamente. Io credo sia anche una riflessione sui loro talenti e sul perchè il nostro Paese li abbia persi. Ho cercato di non concentrarmi solo su personaggi affermati in ambiti particolarmente in vista, ma di realizzare una panoramica a 360 gradi senza preclusioni». Il tutto pubblicato sul sito italiany.us con tanto di interviste. «La parte narrativa è fondamentale e si tratta di un'intervista standard proposta a tutti, ma capace di regalare decine di diverse storie. Anche la scelta di una location esterna e non dello studio rientra nella logica di mettere a proprio agio i soggetti. Ho cercato luoghi architettonicamente stimolanti di questa città e sono particolarmente contento degli scatti realizzati al Metrpolitan, a Central Park o ai piedi di qualche building particolarmente brutalista». Un progetto nato a New York ed esploso rapidamente fino a portare Wandael anche a Los Angeles e alle Hawaii. «Ho scoperto italiani interessantissimi. Dal ragazzo che voleva fare il boxer professionista e si trova a gestire una pizzeria senza poter mangiare carboidrati a Giovanni, avvocato difensore delle Brigate Rosse che lasciò Milano in un periodo particolarmente teso e dopo l'India e gli Stati Uniti vive e lavora alle Hawaii. Ho come l'impresione di aver messo insieme tante schegge». Con quel cordone ombelicale che continua a tenerli legati all'Italia. «In tutti c'è un forte amore per il nostro Paese e per la sua cultura. Valori che non si dimenticano e che si continuano a trasmettere. In qualcuno, però, c'è una punta di amarezza per essere stato costretto ad allontanarsi per i pochi sbocchi che l'Italia offre». Oltre l'Atlantico per vedere da vicino gli occhi di chi ha saputo inseguire un sogno intrappolato in una foto.

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