Il caso

Allarme demenze: 10.500 famiglie devono arrangiarsi 

Mancano almeno 850 badanti. Ulrich Seitz, presidente dell'Associazione Alzheimer Alto Adige: situazione al limite tra assegno di cura che non arriva e personale che ha problemi con lo Sputnik 


Valeria Frangipane


BOLZANO. «In tutto l’Alto Adige 10.500 famiglie si stanno occupando degli anziani con demenza. Situazione al limite anche perché in troppi casi non sono supportate dall’assegno di cura - che tarda ad arrivare - o che quando arriva è insufficiente a coprire le spese. Difficile anche trovare badanti dell’Est in grado di gestire questi malati: dal 2020 se ne sono andate in 850 e non sono più tornate. Spesso hanno problemi con lo Sputnik, vaccino non riconosciuto in Europa». Parla così Ulrich Seitz - presidente dell’Associazione Alzheimer Alto Adige e della residenza per anziani di Terlano: «Tantissime le richieste di aiuto al numero verde. Difficile fornire risposte».

«Troppe famiglie si trovano in difficoltà - spiega - costrette ad arrangiarsi da sole ed a sopportare spese pesanti».

Il problema principe riguarda l’assegno per la non autosufficienza diviso in 4 livelli a seconda delle ore di fabbisogno assistenziale (primo livello 569 euro, secondo 900, terzo 1.350 e quarto, con più di 240 ore conteggiate, 1.800). «In periodo di Covid troppe domande non sono state trattate e quando i team di valutazione si sono rimessi al lavoro lo hanno fatto con interviste telefoniche, che da sole non riescono a fotografare la situazione. Col risultato che la risposta quando arriva - di solito con un ritardo di sei mesi - troppo spesso concede un assegno non conforme - di primo o secondo livello - quando a casa la situazione dell’anziano è ben diversa. E capita molto spesso che la domanda venga addirittura rigettata. In tutti e due i casi noi consigliamo di fare immediatamente ricorso».

Altro problema serio quello delle 850 badanti dell’Europa dell’Est - che avevano imparato l’italiano o il tedesco - ed erano in grado di trattare e seguire il paziente con demenza. Malati difficili da gestire per chi non ne ha esperienza. «Se me sono andate nel 2020 e non sono più tornate. A soffrire pesantemente Bolzano e Merano. Passo le mie giornate al telefono per convincere questa o quella a tornare, perché qui c’è un gran bisogno di loro - tante sono veramente in gamba - ma non c’è niente da fare ».

Ma perché succede? «Perché non conoscono e non capiscono le nuove regole anche sulle quarantene e perché spesso sono vaccinate con lo Sputnik che non è mai stato autorizzato in Europa dall'Ema e in Italia dall'Aifa, le agenzie del farmaco, e che per questo si ritrovano senza Green pass». E Seitz sollecita i parlamentari Svp a Roma, a farsi carico della problematica.

Capita anche che ci siano problemi per la mancata immunizzazione visto che anche per colf e badanti è scattato l’obbligo vaccinale.

Altra questione quella che coinvolge tutti i malati cronici. «Chi cade e subisce un intervento per esempio al femore, quando torna a casa ha due problemi da affrontare: ha bisogno di un aiuto ma gli manca l’assegno di cura e deve fare regolare fisioterapia e riabilitazione. Ma dal 2020 - conclude Seitz - chi deve sottoporsi a questi trattamenti - che non possono essere una tantum - difficilmente è chiamato dal sistema sanitario. Troppo spesso deve sollecitare l’intervento pubblico. Per non parlare dei piani terapeutici mai rivisti. Per colpa del Covid manca il controllo».













Altre notizie

Attualità