Alpe di Tarres all’asta-bis fallita l’iniziativa di Blanco

La prima chiamata è andata deserta, ora si spera in una cordata locale. L’imprenditore spagnolo aveva rilevato il comprensorio per 640 mila euro


di Ezio Danieli


LACES. Niente sci, neanche questo inverno, sull'Alpe di Tarres sopra l'abitato di Laces. La stazione sciistica, oberata dai debiti, è fallita. Il tentativo di rilanciarla - come "Pure Natura Ski” - è fallito, come pure il tentativo di vendere il tutto da parte dell'imprenditore spagnolo Jaime Lorenzo Blanco, che anni fa se l'era aggiudicata all'asta rilevando impianti a fune ed alberghi in zona e che ora attende l'esito della pratica fallimentare già avviata.

A disposizione, ad un prezzo che finirà per essere "stracciato" o quasi, vi sono quattro impianti di risalita, un ristorante a valle e uno a monte ed altre proprietà minori che lo stesso Blanco aveva acquisito per 640 mila euro. Considerate le varie innovazioni apportate e presentate proprio tre inverni fa, è probabile che il nuovo eventuale proprietario debba sborsare qualche centinaia di migliaia di euro in più per acquisire il "Pure Nature Ski".

Blanco aveva cercato, l'inverno scorso, di vendere il comprensorio sciistico. Fra le difficoltà che aveva incontrato c'erano anche quelle per realizzare il collegamento con gli impianti della val d'Ultimo, considerato di vitale importanza per la sopravvivenza del comprensorio. Poi il fallimento e la prima chiamata dell’asta andata deserta.

Jaime Lorenzo Blanco si era aggiudicato l'asta per la stazione sciistica alcuni anni fa: con 640 mila euro era diventato il titolare di due seggiovie e di due skilift che servono sei piste innevate. La precedente società di gestione era fallita, complici anche i guai susseguenti all'incidente accaduto alla seggiovia sul finire degli anni Novanta. Dopo una serie di lavori, nell'inverno di due anni fa, l'imprenditore spagnolo - ha maturato grande esperienza nel settore fondando il resort Valle Nevado in Cile - ha annunciato l'apertura di “Pure Nature Ski” con sei piste di livello medio, i quattro impianti di risalita e la possibilità di praticare lo “Ski Safari” per 10 persone. In più aveva aperto il ristorante e lanciato un nuovo concetto: numero limitato di accessi, massimo 800, per contribuire ad evitare i guai da traffico sia a Laces che a Tarres.

Fra le novità introdotte anche la pratica del “freeride” e soprattutto i servizi garantiti dal ristorante. Il tutto a prezzi decisamente convenienti che avevano favorito una stagione considerata positiva dal punto di vista dei passaggi sugli impianti a fune e per le presenze. Ma gli affari non erano stati in sintonia con le attese tanto da essere arrivati al fallimento.

«Speriamo - dice Karl Weiss, il sindaco di Laces - che dopo il primo tentativo, andato a vuoto, con l’avanzare della pratica fallimentare e con i conseguenti sconti, si faccia vivo qualche imprenditore della zona per rilevare la stazione sciistica sull'Alpe di Tarres. Per tutto il Comune di Laces c'è assoluto bisogno di avere a disposizione gli impianti, le piste ed anche le strutture ricettive della vasta area. Non possiamo rinunciare a quella che è stata, e non soltanto nei mesi invernali, una zona molto frequentata sia dagli ospiti che dai residenti». Auspicio condiviso dalle migliaia di sciatori che negli anni hanno avuto la stazione sciistica venostana come punto di riferimento.

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