INTEGRAZIONE

Alto Adige, il bilancio dei dieci anni dei centri linguistici

Si è svolto all'Eurac un ciclo di cinque giorni di conferenze e seminari per gettare uno sguardo sul prezioso lavoro svolto dai centri linguistici a dieci anni dalla loro istituzione



BOLZANO. Sono circa 10.000 bambini e ragazzi con background migratorio che in questo lasso di tempo, grazie al lavoro svolto nei centri, hanno ricevuto un sostegno nell'apprendimento dell'italiano e del tedesco. "La pluralità a livello culturale - ha detto l'assessore Christian Tommasini durante l'appuntamento conclusivo - è un grande arricchimento e l'integrazione è un processo complicato che può avere successo solo lavorando tutti insieme". Il direttore di area Rudi Meraner ha ricordato le difficoltà incontrate all'inizio dai centri linguistici. "L'obiettivo - ha detto - è sempre stato quello di dare un sostegno alle scuole, ma oggi possiamo dire che i centri linguistici sono un modello di successo".

Sabine Kurz, Waltraud Plagg e Kurt Hofer, collaboratori dei centri fin dall'inizio, hanno ripercorso le fasi che hanno portato ad avere, dieci anni fa, 1442 allievi delle scuole tedesche e 1900 di quelle italiane, per arrivare agli attuali 3300 delle scuole tedesche e 3700 delle scuole italiane. 

In questi 10 anni in tutto il territorio sono stati allestiti sette centri linguistici, la cui attività viene coordinata dal centro di competenza istituito nell'Area provinciale innovazione e consulenza. 

Dalla tavola rotonda conclusiva con Bikry, Aminur Islam, Oumar Ka, Haris Kovačevič, Pajtesa Morina und Sana Younes, cittadini stranieri che risiedono da tempo in Alto Adige, è uscito il messaggio che l'integrazione avviene solo quando "entrambe le parti" la desiderano. 













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