Alto Adige, maturità per 3.500 studentiLa felicità e le foibe nel tema - SPECIALE

Un inizio di maturità che si potrebbe definire edonistico: molti studenti alla ricerca scritta della felicità, quasi altrettanti a disquisire di piacere e piaceri. È stata la traccia sul fronte socio-economico, “Ricerca della felicità”, a farla da padrona fra i candidati all’esame di Stato 2010, incominciato con la prova di italiano. Poco apprezzato il tema storico sulle Foibe. Difficile la seconda prova



BOLZANO. Un inizio di maturità che si potrebbe definire edonistico: molti studenti alla ricerca scritta della felicità, quasi altrettanti a disquisire di piacere e piaceri.
È stata la traccia sul fronte socio-economico, “Ricerca della felicità”, a farla da padrona fra i candidati all’esame di Stato 2010, incominciato ieri con la prova di italiano. Poco apprezzato il tema storico sulle Foibe, considerato dai più come troppo complesso e poco (o punto) trattato in programma; altrettanto poco considerato il Primo Levi minore, studiato da qualcuno, ma soltanto alle scuole medie. Tolta la ricerca della felicità, piuttosto gettonata anche la traccia artistico-letteraria sul piacere e i piaceri, da Botticelli a D’annunzio. E poi, alla maturità sono atterrati anche gli Ufo. La traccia scientifica ha posto ai candidati l’eterna domanda: siamo soli? Oggi sarà la volta del secondo scritto: matematica per lo scientifico, greco al classico, francese o inglese al linguistico.
Prima a uscire dallo scientifico Torricelli, nel primo pomeriggio, al termine del tema, è Margherita Appolloni: «Ho scelto gli Ufo, la traccia che mi ispirava maggiormente. I più sono andati sulla ricerca della felicità. Nessuno ha scelto la traccia A: terrificante». Mattia Spadina commenta invece: «A me i testi su piacere e piaceri sono piaciuti subito: D’Annunzio, Ungaretti, Leopardi». Marco Carraro punta sui controlli: «Cellulari requisiti e poi hanno addirittura oscurato le vetrate con dei teli: esagerati!». Federica Tanganelli ha scelto la felicità: poco convinta sui piaceri. Per Martina Turatti è stato esattamente il contrario. «Primo Levi improponibile, le Foibe neanche considerarle», spiega il biondo Erik Lerjefors.
Anche al Carducci, ora di stanza all’ex Pascoli, quasi tutti immersi nella ricerca della felicità. Prima a uscire, però, è Caterina Franceschini, fresca come una rosa dopo 5 ore di Primo Levi. «Un testo in prosa, non difficile», sminuisce. Giulia Rossi sorride, ma è spossata: «Felicità, con testi interessanti e recenti, da Costituzione e Dichiarazione dei diritti dell’Uomo». Luca Bernardi pensa al dopo: «Domani greco per qualcuno, francese o inglese per gli altri». Anna Dallago, mistilingue, è pragmatica. «Ho scelto il saggio breve per andare sul sicuro: abbiamo svolto molte esercitazioni. Domani c’è francese, pochi sceglieranno l’inglese». D’accordo l’amica Elisa Dalla Torre, anche lei mistilingue. «La maggior parte di noi andrà sul francese». «A meno che non ci facciano degli scherzi», fa gli scongiuri Linda Papavangeli, anche lei reduce dalla felicità. «La Gelmini ha scelto bene», dice all’unisono assieme all’amica Annita Allia. «I temi magari sembrano banali, ma si è data a chiunque la possibilità di trovare qualcosa che gli andasse a genio». Entrambe hanno scritto di ricerca della felicità: «L’uomo non la raggiungerà mai, ma, insoddisfatto, la cercherà sempre». Questa, più o meno, la linea seguita. Sulla felicità si è concentrato anche Andrea Cirimbelli: «Il dramma - scherza - sarà domani con greco, spauracchio di tutti». Federico Testini sottoscrive in pieno: «Oggi le tracce erano fattibili. O, comunque, sarebbe potuta andare molto peggio. La vera tragedia greca sarà domani. Per fortuna hanno estratto la mia lettera per l’orale. Sarò il primo di tutti quanti. Così posso levarmelo di torno subito, ’sto esame».
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