Alto Adige, riforma sanitaria entro luglioSi punta a ridurre le liste d'attesa

Florian Zerzer, capo dipartimento della sanità, accelera dopo che il Gruppo clinico, presieduto da Walter Pitscheider, ha approvato all’unanimità e tra gli applausi il documento del direttore sanitario Oswald Mayr



BOLZANO. «Entro luglio, ovvero prima della chiusura per le ferie estive, il consiglio provinciale approverà la delibera che ridisegna i sette ospedali». Florian Zerzer, capo dipartimento della sanità, accelera dopo che il Gruppo clinico, presieduto da Walter Pitscheider, ha approvato all’unanimità e tra gli applausi il documento del direttore sanitario Oswald Mayr. «Intanto l’Asl deve cominciare ad organizzarsi per passare alla fase attuativa: vogliamo partire al più presto. Si apre un periodo nuovo per la sanità altoatesina, anche se i cambiamenti avverranno in modo graduale».
Obiettivo principale: aumentare la qualità cercando di contenere la spesa che rappresenta la voce più pesante del bilancio provinciale con un miliardo e 200 mila euro di budget. «Questo è possibile - assicura Zerzer - mettendo in rete le nostre strutture. Il modello attuale è superato». La riforma prevede tra le altre cose di ripensare i sette ospedali accorpando i reparti di una stessa branca in dipartimenti con a capo un unico primario. «Ci consentirà di decidere chi fa cosa, evitando dove possibile inutili e costosi doppioni. Siamo convinti che in questo modo riusciremo ad abbattere anche le liste di attesa che in certe specialità sono ancora troppo lunghe. Oltre che aumentare la qualità dell’offerta». La nuova organizzazione prevede ospedali dove i ricoveri avvengono solo per i casi acuti e i tempi di degenza sono sempre più brevi. «Noi immaginiamo due grandi reparti per la degenza: uno per il settore medico, l’altro per quello chirurgico. Si vogliono evitare i compartimenti stagni che troppo spesso hanno reso difficile la comunicazione tra un reparto e l’altro. In questo nuovo quadro nasceranno punti di eccellenza per determinate patologie». È chiaro che quella che si annuncia come una vera e propria rivoluzione ha bisogno di essere preceduta da una grossa campagna di informazione della popolazione. Se oggi si tende ad abusare del pronto soccorso in particolare e dell’ospedale in genere, nel prossimo futuro - tranne che per particolari emergenze - bisognerà rivolgersi al medico di famiglia. Verranno potenziati anche i distretti, proprio per consentire ai medici che operano in ospedale di concentrarsi sulle patologie più gravi. «Cosa che oggi - ammette Zerzer - non sempre è possibile, perché in ospedale arrivano troppi casi che potrebbero benissimo essere seguiti dal medico di famiglia. Con gli stessi risultati per il paziente e minori costi per le casse pubbliche».

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