Altri 25 profughi alla ex Gorio

Si tratta di 16 eritrei e 9 sudanesi. Sbarcati a Catania, sono arrivati nella notte tra sabato e domenica



BOLZANO. Altri 25 profughi hanno concluso a Bolzano il loro viaggio di speranza per ottenere condizioni di vita migliori rispetto ai loro Paesi di origine. Persone disperate che fuggono dagli orrori delle guerre tribali e da regimi totalitari abituati a soffocare nella violenza anche i diritti umani. Dopo essere sbarcati a Catania ed aver superato i controlli sanitari, i 25 profughi (16 eritrei e nove sudanesi) sono stati portati dapprima a Verona in aereo e poi trasportati a Bolzano con un pullman dell'associazione Volontarius. I nuovi arrivati sono tutti maschi. Nel corso della notte sono stati subito sottoposti a nuove visite mediche. Al momento del loro arrivo a Bolzano nel cuore della notte tra sabato e domenica erano presenti anche i medici dell’azienda sanitaria addetti ai primi controlli. Da quest’oggi tutti i profughi saranno sottoposti ad analisi più specifiche ed approfondite. Non tutti intendono fermarsi a Bolzano ed in Italia. La maggior parte ha dichiarato di voler proseguire il viaggio della speranza verso i Paesi del nord Europa. Per il momento, comunque, resteranno a Bolzano anche per il periodo di completamento dei controlli sanitari. Con l’arrivo di questi ultimi 25 profughi, la caserma ex Gorio sta ospitando 79 immigrati . Non è al massimo della potenzialità in quanto la struttura può ospitare sino a 94 persone. Una parte minima intende comunque restare e fare domanda di protezione internazionale nel nostro Paese. Sino ad oggi a Bolzano i profughi in questa condizione sono 109. Ancora una volta, comunque, la gestione di queste persone disperate (che cercano di proseguire verso nord i loro viaggi della speranza) evidenzia tutta la precarietà di un sistema che non può basarsi sulla reale solidarietà o mobilitazione di tutti i Paesi dell’Unione europea. Questo è un punto che rischia di provocare problemi anche a Bolzano perchè i profughi che decidono di lasciare il centro e proseguire il viaggio in direzione nord è costretto a farlo in assenza di un piano internazionale in grado di affrontare il problema a livello europeo e , dunque, di offrire anche strutture di accoglienza distribuite nei vari Stati dell’Unione. A tal proposito non va scordato che l’accordo di Dublino che prevede che il profugo richiedente protezione internazionale debba presentare domanda nel primo Paese dell’area Schengen in cui è entrato. Nella maggior parte dei casi , dunque, la domanda dovrebbe essere presentata in Italia. Anche per questo alcuni cercano di lasciare il nostro Paese prima di essere foto segnalati, con registrazione delle impronte digitali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità