Amianto in via Resia, controlli in profondità

L’Appa ordina i carotaggi. In caso di contaminazione, cantiere sospeso e costi di bonifica tutti a carico del Comune


di Davide Pasquali


BOLZANO. Vertice fra Comune, Provincia e Confcooperative per decidere il da farsi sul caso amianto. Per ora il cantiere del Park Resia, chiuso due giorni dopo l’apertura, rimane sbarrato da un nastro con sopra impresso un inequivocabile: pericolo amianto. L’Agenzia provinciale all’ambiente, però, oltre alla rimozione del materiale rinvenuto appena all’inizio dello scavo, ora ha anche ordinato di effettuare una serie di sondaggi ipogei. Perché si teme la contaminazione anche del sottosuolo. Se così fosse, il cantiere verrebbe sospeso sine die e la palla dovrebbe necessariamente passare al municipio: gare d’appalto su gare d’appalto e costi tutti a carico di vicolo Gumer.

Al vertice hanno partecipato Confcooperative, cui Park Resia è affiliata, i Lavori pubblici comunali e l’Appa.

Come riferisce il presidente di Confcoop Andrea Grata, «il Comune ha indicato un indirizzo ragionevole per un buon andamento della vicenda. Intanto raccoglieremo i residui finora rinvenuti. A seguire si provvederà al loro smaltimento, sempre a cura dell’impresa costruttrice, sotto la supervisione di municipio e tecnici provinciali». Contestualmente, «nei prossimi giorni sarà l’Appa a stabilire quali e quante indagini ipogee far eseguire. Se dopo i carotaggi effettuati a random dovesse emergere che l’area non presenta contaminazione, «il cantiere potrebbe riprendere e procedere speditamente». In caso contrario, «si chiude tutto e la palla passa al Comune». Comunque sia, tiene a sottolineare il presidente Grata, «l’amianto è un materiale non pericoloso se viene lasciato stare. In questo caso è stato ricoperto da teli e non esiste alcun pericolo per la popolazione».

Grata fa inoltre notare: «Nel corso del vertice si è pure fatta chiarezza sulle responsabilità. Oltre a quella penale di chi in passato ha depositato l’amianto durante i lavori per la realizzazione della piazzetta, esiste una responsabilità amministrativa e pure penale in capo al proprietario, ossia al Comune».

Conferma l’ingegner Mario Begher, direttore dell’ufficio Infrastrutture e arredo urbano del municipio. «È molto probabile sia così. Per questo speriamo che i saggi diano esito negativo. Altrimenti, i tempi si allungherebbero di molto. Una cosa è se la responsabilità è dei privati, un’altra se è del pubblico. In questo secondo caso, si dovrebbero esperire i bandi di gara per la caratterizzazione del terreno, poi per la bonifica e lo smaltimento. I tempi sarebbero ovviamente più dilatati».

Begher si augura quindi che la presenza di amianto sia limitata ai soli rinvenimenti iniziali. «In tal caso, siccome la cifra sarebbe contenuta, il municipio potrebbe far eseguire i lavori di bonifica ai privati, rifondendo poi la cooperativa».

Ma se invece il terreno fosse contaminato in profondità, le spese, sempre interamente a carico del municipio, sarebbero alquanto più elevate. «Per smaltire il terreno inquinato da amianto siamo nell’ordine dei 230 euro la tonnellata».

E passerebbero mesi prima di poter bandire le gare. Intanto, chi abita accanto al cantiere non dorme sonni tranquilli.

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