Anche gli alpini difendono Durnwalder

Fondi riservati: nasce il comitato a sostegno del governatore. Aderiscono l’Apa, gli Schützen, la Croce Bianca, e le suore


di Orfeo Donatini


BOLZANO. Le contestazioni del procuratore della Corte dei conti Robert Schülmers e del procuratore della Repubblica Guido Rispoli al presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder per la gestione dei 72mila euro all'anno di fondi di rappresentanza più i 10mila per quelli riservati, hanno fatto infuriare trasversalmente una miriade di associazioni e istituzioni che si sono costituite in un Comitato spontaneo per «esprimere – come ha sottolineato Reinhard Mahlknecht, della Croce bianca - tutta la nostra stima e gratitudine al presidente, oggi ingiustamente messo alla gogna soprattutto mediatica».

E il parterre – sotto uno striscione rigorosamente trilingue con la scritta “La nostra stima signor presidente”- era di tutto rispetto come raramente si è soliti vedere in un'unica occasione: dal potente capo dei contadini del Bauernbund Leo Tiefenthaler al potentissimo presidente della Federazione Raiffeisen Heiner Nicolussi Leck, dal presidente dell'Alpenverein Georg Simeoni all'ex consigliera Martina Ladurner presidente di Kinderwelt Onlus, dal comandante degli Schützen Elmar Thaler al delegato dell'Ana, l'associazione degli alpini, Giovanni Brotto in rappresentanza del presidente Scafariello, dal presidente dell'Unione provinciale dei vigili del fuoco Wolfram Gapp alla badessa del convento Mariengarten di Appiano suor Irmengard Senoner o al presidente della Croce bianca Reinhard Mahlknecht. Più un'altra trentina di esponenti dell'associazionismo culturale e del volontariato, non meno importanti, ma sicuramente meno noti alle cronache.

«Sono bastate nemmeno ventiquattr’ore per organizzare questa manifestazione – ha sottolineato Reinhard Mahlknecht – che vuole essere una testimonianza non solo della nostra stima nei confronti del Landeshauptmann per il suo lavoro e la sua generosità in tutti questi anni di guida della Provincia, ma anche della nostra profonda gratitudine per il suo impegno in favore di tutta la comunità».

«Di certo non sono un amico politico di Durnwalder – ha poi sottolineato il capo degli Schutzen Elmar Thaler che infatti è legato al partito di Eva Klotz – e quindi la mia intenzione, nell'aderire a questa iniziativa, non è quella di assolvere il presidente, ma di ribadire con forza che i suoi interventi hanno sicuramente consentito un'attività culturale anche in difesa della nostra Heimat. Oggi invece si tenta di dipingere un quadro ben diverso dalla realtà». Ancora più fermo il giudizio di suor Irmengard Senoner secondo la quale «la nostra comunità dovrebbe farsi un esame di coscienza perché non è giusto infangare così una persona che per decenni si è impegnata per il bene comune». «Nessuno può dimenticarsi oggi – ha aggiunto Heiner Nicolussi Leck – di quanto Durnwalder ha fatto per questa terra e sinceramente c'è di che vergognarsi per come oggi viene trattato». Per il presidente dell'Alpenverein Georg Simeoni «è davvero inaccettabile questa sistematica violazione del segreto istruttorio che ha dato in pasto ai media quel castello di accuse mosse a Durnwalder dalla Corte dei conti che ben dovrebbe conoscere anche le previsioni delle leggi provinciali che regolano quei fondi e che, a quel che risulta, il presidente ha rispettato rigorosamente».

«Durnwalder è sempre al nostro fianco – ha ricordato Wolfram Gapp – e nota a tutti è la sua sensibilità nei confronti dei temi della sicurezza del territorio e dei suoi concittadini che si traduce poi in qualità della vita e dimenticarsi questo non è tollerabile».

«Speriamo che tutto si risolva per il meglio – ha infine sottolineato Giovanni Brotto – e per quel che riguarda l'Ana siamo presenti nel testimoniare la disponibilità e la vicinanza del presidente Durnwalder».

Insomma un coro unanime e trasversale rispetto anche ai gruppi linguistici ed alle posizioni dei partiti politici, per altro totalmente assenti dal Comitato.

Gratitudine da parte dei “beneficiati” dalla generosità di Durnwalder? O sintomo di ribellione per l'azione di una magistratura che ha “osato” alzare troppo lo sguardo?













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