Sanità

Appello dell’Asl: «Vaccinatevi Le zecche sono già attive» 

Spertini (Servizio Igiene): «Nel 2023 in Alto Adige 7 casi di borreliosi di Lyme e 7 di meningoencefalite (Tbe)» Eisendle (primario Dermatologia): «La patologia non è uno scherzo, nei boschi di Monticolo le ho già trovate e sono tante»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Vaccinatevi, perché le zecche sono già attive». Parte forte l’appello dell’Asl alla popolazione.

Klaus Eisendle - primario di Dermatologia al San Maurizio - ha già trovato i primi parassiti nei boschi di Monticolo: «Ho camminato pochi metri, ho sollevato per curiosità una foglia e le ho viste. Dobbiamo fare tutti molta attenzione, perché il morso di questi animaletti può provocare patologie importanti».

Silvia Spertini, medico del Servizio Igiene dell’Asl, ha in mano gli ultimi dati: «L’anno scorso in Alto Adige abbiamo registrato 7 casi di borreliosi di Lyme e 7 di meningoencefalite (Tbe). Ma si tratta solo della punta dell’iceberg». Non tutte le persone che hanno sviluppato una patologia -in seguito ad una puntura - hanno fatto una segnalazione all’Asl.

«In effetti è così -dice Eisendle - basti pensare che in ospedale con la bella stagione vediamo circa due casi al mese di borreliosi». «Contro la malattia di Lyme non esiste ad oggi nessun vaccino, ma una terapia antibiotica efficace - riprende Spertini - mentre la vaccinazione esiste e funziona molto bene per combattere la Tbe, che se non curata può portare anche al decesso».

Negli ultimi vent’anni la presenza di questi acari nei boschi dell’Alto Adige - soprattutto a Monticolo e in tutta la Bassa Atesina ma anche in Oltradige, val d’Adige, Venosta e sporadicamente in val d’Isarco e Pusteria - è aumentata in maniera esponenziale, favorita dal cambiamento climatico. Sia Eisendle che Spertini parlano di inverni miti e umidi durante i quali le zecche sopravvivono. Il periodo considerato a rischio va da aprile a ottobre, ma può estendersi ulteriormente soprattutto in presenza di alte temperature. La patologia inizia a manifestarsi in genere dopo 2-4 settimane dalla puntura

«Non è detto che i sintomi della malattia di Lyme causati da un batterio siano evidenti ed immediatamente riconducibili al parassita. Per questo - dice Spertini - chi è stato morso e non lo sa, deve fare mente locale e ricordare se nelle ultime settimane è stato in un prato o in un bosco. Deve controllare bene la cute e osservare se è apparso un eritema migrante che si presenta come una macchia ad anello di colore rosso che si allarga attorno al morso della zecca e non presenta prurito».

Meno comuni sono invece l’ingrossamento dei linfonodi, mal di gola, nausea e vomito.

Dopo qualche settimana più della metà dei pazienti può sviluppare artrite, così come alterazioni neurologiche o problemi cardiaci. «La meningoencefalite da zecche (Tbe) è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale che può anche essere mortale». Dopo il morso di una zecca infetta nel 70% dei casi circa, si manifesta un’infezione senza o con sintomi poco rilevanti, può anche passare inosservata. Nel restante 30% dei casi, dopo 3-28 giorni dal morso si ha una prima fase con sintomi simil-influenzali e dolori alle articolazioni. Poi la temperatura scende e in genere non ci sono ulteriori conseguenze. Nel 10% 20% per cento di questi casi, dopo un intervallo senza disturbi inizia una seconda fase caratterizzata da disturbi del sistema nervoso centrale (encefalite, paralisi flaccida a esito mortale nell’1% dei casi). Contro la Tbe esiste un vaccino sicuro. Eisendle e Spertini invitano alla profilassi. Il primario è vaccinato «tutta la mia famiglia l’ha fatto». Per prenotare la vaccinazione è possibile chiamare il Cup 0471-100100 o rivolgersi al medico di famiglia.

 













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