Arriva la separazione? Ora il problema è la casa 

Nuove povertà, le coppie in fase di addio ora si contendono l’abitazione, non i figli Cirimbelli (Asdi): «Situazione drammatica per gli uomini, normative da rivedere»


di Sara Martinello


BOLZANO. Se un tempo le coppie in fase di separazione si contendevano i figli, oggi, con l’entrata in vigore dell’affido condiviso, il bene al centro delle dispute è la casa. È questa la naturale conseguenza dei problemi economici che affliggono i coniugi separati, come denuncia Elio Cirimbelli, direttore del centro Asdi (Associazione separati e divorziati italiani) di Bolzano, parlando significativamente di nuove povertà: «È un sacrosanto diritto dei bambini avere un luogo decoroso dove incontrare quel genitore, prevalentemente i padri, che è costretto a lasciare la casa coniugale e familiare. È altrettanto vero, però, che l’errore socio-politico che si continua a perpetrare è quello di considerare single questi papà anche se magari c’è un affido condiviso o alternato. Questa forma mentis crea un meccanismo per il quale queste persone non hanno diritto ad alcun tipo di sostegno». Per venire incontro alle esigenze abitative dei padri separati, la cooperativa AsdiHome mette a disposizione sei appartamenti. Ma, segnala Cirimbelli, al momento l’Asdi sta seguendo sette padri che non possono sostenere le spese di locazione, che ammontano a circa 500 euro al mese. Cirimbelli fa un esempio: «Mettiamo che in una famiglia con due figli il padre guadagni 1300 euro al mese, la madre 1250 e che il mutuo per la casa di proprietà al 50% sia di 1100 euro al mese. Tolto il mutuo, a lui rimangono 850 euro, di cui 500 deve versarli per i figli come contributo di mantenimento, quindi solo vitto, alloggio e vestiario. Una volta uscito dalla casa coniugale gli rimarranno in tasca 350 euro, a cui togliere il 50% delle spese straordinarie per i figli: dovrebbe trovarsi un alloggio, e forse qualche volta anche mangiare! Anche la madre avrà notevoli difficoltà, ma fortunatamente le resterà la casa familiare. Di casi del genere in Alto Adige potremmo citarne a centinaia».

Considerando anche l’aumento delle separazioni tra conviventi con figli (per le quali l’Asdi sconsiglia il “fai da te”, in modo da tutelare sia i figli sia entrambi i genitori), Cirimbelli conclude con un appello alla politica: «Vanno riviste le normative, e i padri cui rimane in tasca meno del minimo vitale dovrebbero essere inseriti nelle categorie socialmente deboli. Perché non mi candido alle provinciali per incidere di più? Perché per me basterebbe trovare nel programma elettorale del Pd anche la tematica delle politiche familiari».













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