Asili, corsi di tedesco ai genitori italiani 

Le misure di Achammer: classi ridotte a 22 bimbi, mobilità nel quartiere e lezioni di lingua anche per chi iscrive i figli


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Scuole materne tedesche, c’è la riorganizzazione delle classi per «gestire» il numero di bambini italiani e stranieri. E arrivano anche i corsi di lingua volontari per i genitori non di madrelingua. Ma non ci sono stati e non ci saranno test di lingua ai bambini e nemmeno trasferimenti da un capo all’altro della città per scoraggiare le iscrizioni non di madrelingua. È questa la risposta dell’assessore Philipp Achammer alle proteste sollevate da famiglie sudtirolesi, dalla Svp di Bolzano, Laives e Merano e dalla destra tedesca.

Insieme all’intendenza scolastica tedesca Achammer mette sul piatto le nuove misure e lascia intendere di non essere disponibile ad altro. Ammesso che altro sia possibile con il Garante della Privacy. «Le misure populiste non risolvono i problemi», dice, «È un puro nonsense immaginare un test di tedesco su un bambino di due anni e mezzo, con rigetto dell’iscrizione per chi non lo supera, come chiedono certe forze politiche». Presentati ieri i dati sul prossimo anno scolastico delle scuole materne tedesche. 12.314 iscritti, con la stima che si arrivi almeno a 12.400 entro settembre. «Avremmo così un aumento di 45 unità rispetto ai 12.355 bimbi attualmente presenti nelle scuole dell’infanzia tedesche. Nelle materne italiane la crescita è stata di 62 unità», informa Achammer, con la nuova intendente Sigrun Falkensteiner, Christa Messner (direttrice provinciale Scuola dell’infanzia di lingua tedesca) e le responsabili di Bolzano, Merano e Laives. Achammer si era impegnato a dare risposte alle famiglie che lamentano classi con un numero elevato di bambini non di madrelingua. Proteste generali contro le ipotesi di «schedatura etnica». Per la prima volta a Bolzano è stata introdotta la centralizzazione delle iscrizioni. Altra novità, su Bolzano, Laives e Merano le sezioni sono passate da 25 a 22 bimbi. A questo si è aggiunto il non automatismo dell’iscrizione nella scuola richiesta. La mobilità, assicura Achammer, è stata però limitata all’interno del quartiere: «Non abbiamo spostato i bambini da Gries a Don Bosco e viceversa». Un esempio: su 138 iscritti a Gries, 97 frequenteranno la scuola indicata dai genitori come prima opzione. La somma delle tre misure, secondo Achammer, «dovrebbe garantire una situazione più equilibrata nelle classi, ma la libertà di scelta non è stata mai messa in discussione e non abbiamo pensato neppure di garantire diritti di precedenza». Ai genitori non di madrelingua viene chiesto però con forza l’impegno nell’accompagnamento linguistico dei bambini. È stato effettuato un colloquio di iscrizione e i genitori hanno ricevuto un questionario. «Siete disponibili a frequentare un corso di lingua per garantire l’adeguato accompagnamento linguistico del vostro bambino?» è una delle domande. Una esperienza simile è già stata realizzata a Laives. Su 315 questionari, 196 genitori hanno dato la disponibilità, mentre gli altri conoscono adeguatamente il tedesco. «Circa due terzi dei genitori sono pronti a impegnarsi nei corsi, un risultato che mi ha stupito», commenta Achammer. I corsi verranno organizzati nelle scuole e saranno gratuiti o a prezzo politico. Pensando alle famiglie di origine straniera, aggiunge, «frequentare un corso significa anche che le mamme escono di casa e si costruiscono una loro socialità. Non è sempre scontato». Rivendica: «Mai, negli incontri con le scuole, mi sono state chieste misure “contro” i bimbi non di madrelingua. Le insegnanti e le direttrici chiedono solo classi più piccole o più personale per lavorare meglio». Le due dirigenti insistono: «Al centro ci sono i bambini». Nei Comuni principali verrà esteso il progetto sperimentale Hippy per bambini e famiglie con background migratorio. Il numero di insegnanti passerà da 1.367 unità a 1.363. Ma sul tema personale c’è preoccupazione. «Nei prossimi anni avremo un problema di reclutamento. Sempre meno persone sono interessate», spiega Achammer, «Si dovrà trattare con il sindacato, per incentivare le assunzioni, e lavorare sulla formazione».

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