Asili, i genitori: assurdo chiuderli prima

Secco no ai sindacati che vorrebbero ridurre l’orario delle maestre da 33 a 25. «L’offerta va ampliata anche d’estate»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Genitori all’attacco per avere una scuola per l’infanzia più a misura di famiglia, soprattutto in prospettiva. Manca personale, soprattutto negli asili tedeschi, e le 50 assunzioni promesse dall’assessore Philipp Achammer non basteranno certo a risolvere l’annoso problema. Anche perché gli alunni sono in costante aumento (oltre 200 negli asili tedeschi, una trentina in quelli italiani). L’Alleanza per la famiglia - di cui fanno parte una decina di associazioni - teme in particolare una delle richieste dei sindacati, che stanno trattando per arrivare al primo contratto delle maestre. «I sindacati - sottolinea Christa Ladurner del Forum Prevenzione - chiedono per le maestre d’asilo una riduzione dell’orario a diretto contatto con i bambini. Scendere dalle attuali 33 a 25 ore potrebbe volere dire avere mattine a contenuto pedagogico (con le maestre ndr) e pomeriggi di assistenza gestiti da associazioni e coop. Questa soluzione non piace ai genitori e soprattutto non è nell’interesse dei bambini. Chiudere le scuole materne a mezzogiorno sarebbe una vera follia».

L’assessore Achammer ha sottolineato la difficoltà a reclutare personale. «Da quando la formazione è la stessa degli insegnanti delle elementari - sottolinea Raffaella Vanzetta - i laureati preferiscono lavorare alla scuola primaria». Anche perché hanno meno ore (22 di insegnamento frontale) e uno stipendio mediamente più alto (da 300 a 500 euro in più). L’Alleanza per la famiglia ha proposto ad Achammer di togliere il monopolio della formazione all’università di Bressanone. Elisabeth Vallazza, madre di due bambini di 2 e 4 anni, e referente dell’iniziativa per la conciliabilità famiglia-lavoro ha chiesto di aumentare l’offerta degli asili anche durante l’estate. «Numeri alla mano sono più i giorni, in un anno, in cui le scuole sono chiuse che non quelli in cui sono aperte. Tolti i 30 giorni di ferie ai genitori restano 80 giorni in cui avrebbero bisogno di un sostegno dagli enti pubblici».

Miriam Leopizzi, vicepresidente della cooperativa Padri attivi, ne fa anche una questione di continuità educativa: «Non si può pensare di chiudere le scuole materne alle 12 e poi affidare i bambini ad associazioni e cooperative fino alle 14.30. I bambini hanno bisogno di punti di riferimento. C’è poi la lacuna dei mesi estivi, nei quali l’offerta andrebbe ampliata». All’Alleanza aderiscono Acli-Kvw, famiglie numerose, famiglie monogenitoriali, Consulta dei genitori, Iniziativa conciliabilità famiglia-lavoro, Forum prevenzione, Padri attivi, Donne Nissà e Aeb.

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