Asili, stop ai menu «personalizzati»

Nuovo regolamento: intolleranze solo se certificate dall’Asl Solo quattro le opzioni: niente suino, bovino, carne o pesce


di Davide Pasquali


BOLZANO. Avere un occhio di riguardo va bene. Anzi, è assolutamente d’obbligo nei (seppur rari) casi di concreta necessità medica. E poi, per rispettare le tradizioni familiari e culturali o agevolare l’integrazione e la tolleranza religiosa, è con tutta probabilità auspicabile cercar di venire incontro a certe, ben precise, esigenze espresse dai genitori dei nuovi cittadini. Epperò, non esageriamo. Perché fra intolleranza certificata al tale alimento e capriccio di figli o genitori, ce ne passa e un bel po’. C’è una bella differenza tra il bimbo affetto da celiachia che rischia la pelle mangiando cibi contenenti glutine e il finto intollerante. È il succo del nuovo regolamento comunale per la concessione delle richieste di diete personalizzate nelle scuole dell’infanzia approvato nei giorni scorsi dal commissario straordinario del Comune, il prefetto Michele Penta.

Il municipio si occupa direttamente del servizio di cucina per gli asili cittadini, con impiego di personale proprio (e dunque con spese tutte quante a carico della collettività cittadina). Ogni giorno a Bolzano vengono preparati la bellezza di 2.800 pasti. E fin qui, già gestire la macchina delle mense non sarebbe proprio una passeggiata. Ma c’è un ulteriore problema: «È in costante aumento la richiesta di diete personalizzate e di conseguenza il numero dei fruitori delle stesse». E, come sa chiunque, dalla casalinga al titolare di grandi catene di ristoranti, differenziare i menu costa. Più menu, più spese.

In Comune, non è che siano degli sprovveduti: «Il menù convenzionale viene predisposto annualmente in collaborazione con il servizio di dietetica e nutrizione clinica dell’Asl». E non è tutto: «Dall’anno 2015/2016 sono stati predisposti dal comprensorio sanitario menu specifici per l’erogazione delle diete richieste maggiormente ricorrenti». Insomma, ci sarebbe assolutamente di che accontentarsi. E invece, tutti lì a suggerire, a chiedere, a pretendere.

Finché in Comune si sono letteralmente stufati.

Ed allora, ecco il nuovo regolamento: in caso di necessità, le famiglie possono presentare richiesta di dieta personalizzata per il proprio figlio compilando l’apposito modello precompilato. Che contempla solo tre casi. Primo: in caso di patologia la richiesta deve essere corredata di certificato medico in originale del pediatra o del medico di base, che deve riportare l’indicazione espressa della patologia per la quale si richiede la dieta. Secondo caso: la richiesta di dieta provvisoria, per sospetta patologia per la quale sono in corso accertamenti, dev’essere anch’essa corredata di certificato medico. Terzo e ultimo: nel caso di richiesta personalizzata del menu per “motivi diversi”, la scelta dell’esclusione di taluni alimenti «è soggetta tassativamente alla precisa elencazione riportata nel succitato modello precompilato di richiesta di dieta personalizzata e precisamente: menù senza a) tutti i tipi di carne, b) carne suina, c) carne bovina/di vitello, d) tutti i tipi di carne e pesce». Per essere chiaro chiaro, il commissario conclude con cinque parole: «Altre varianti non sono ammesse».

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