Gli stranieri e l’integrazione: il 90% supera l’esame di lingua
In Alto Adige nel 2023 si sono sottoposte alla verifica 665 persone provenienti da Paesi extra-Ue. La prova serve per accedere ai benefici della Provincia per famiglie e figli, insieme alla frequenza di un corso di cultura locale
BOLZANO. C’è straniero e straniero, come c’è italiano e italiano. Prendi le 655 persone provenienti da Paesi extra-Ue che lo scorso anno hanno superato l’esame linguistico in Alto Adige, partecipando anche ai corsi di cultura locale. Lo hanno fatto, come prevede la legge provinciale in vigore, per poter accedere ai benefici pubblici dell’assegno provinciale al nucleo familiare ed a quello per i figli. Naturalmente in base al reddito.
L’integrazione passa anche per questa «finestra»: il fare rete diventa importante, pure nei piccoli centri. «È stata una sorpresa anche per noi, vedere come si sia fatta di necessità virtù. La maggior parte delle persone che tentano l’esame, in realtà hanno un livello di conoscenza ben più alto di quanto serve per superare questa prova, che corrisponde a quello che era una volta il patentino D, con una verifica solo orale», sottolinea Daniela Zambaldi, coordinatrice del Servizio di coordinamento per l’integrazione della Provincia.
Ed in effetti si ferma al 10 per cento circa la percentuale di bocciati. «Il nostro esame l’abbiamo concepito solo orale per ovviare alle difficoltà di alfabetizzazione, pensando anche a chi proviene da Paesi con alfabeti diversi dal nostro», ancora Zambaldi, che si avvale per la verifica linguistica del Servizio esami di bi- e trilinguismo che fa capo all’Ufficio lingue ufficiali e diritti civici, sempre della Provincia. Sono stranieri, facenti parte esclusivamente di nuclei familiari anche monogenitoriali, quindi con buona probabilità di restare in Alto Adige.
E così all’esame o ai corsi di cultura locale trovi persone che risiedono in città, ma anche nelle località più remote della provincia, da Mazia a Cadipietra. Già nel 2022 si era iniziato con queste prove linguistiche, ma è nel 2023 che si è dispiegato appieno il sistema, tanto che si sono svolte 41 sessioni d’esame, con il 95 per cento dei partecipanti che ha svolto la prova in lingua italiana.
Naturalmente nulla toglie che valgano anche tutte le altre possibilità previste per l’attestazione della conoscenza linguistica: dall’aver frequentato con successo un anno scolastico in una scuola di lingua italiana o tedesca all’iscrizione presso un’università sempre in lingua italiana o tedesca, fino alle certificazioni linguistiche internazionali almeno di livello A2 oppure allo stesso «classico» patentino. Per «passare» l’esame linguistico vengono offerti anche corsi di lingua gratuiti prima della prova, ma bisogna dimostrare di aver frequentato almeno il 75 per cento del totale annuale di 40 ore del corso.
«A questo aspetto linguistico si aggiunge l’attestazione della conoscenza della società e cultura locale», evidenzia Daniela Zambaldi, il cui servizio è passato di recente nelle competenze dell’assessorato provinciale alle coesione sociale, retto da Rosmarie Pamer. Come si ottiene? Tre le possibilità: aver frequentato con successo un anno scolastico in una scuola italiana o tedesca, essere iscritti ad un ateneo italiano o tedesco, oppure iscriversi ad un corso di società e cultura locale. «I corsi sono gratuiti e possono essere organizzati in tutta la provincia, con un minimo di 5 partecipanti, previo accordo con le agenzie di educazione permanente che erogano i corsi. La frequenza è obbligatoria per il 100 per cento delle ore, con il corso strutturato in tre moduli della durata di tre ore ciascuno», dice la funzionaria della Provincia.
Stranieri extra Ue che arrivano sia dall’Europa che dal resto del mondo, dalla Cina al Sudamerica, dal Pakistan al Nordafrica, ma solo nuclei familiari con figli minorenni». L’obiettivo finale? «Quello dell’integrazione, scappando dagli stereotipi dello straniero», chiude Daniela Zambaldi. E così la restrizione imposta dalla legge per avere l’aiuto pubblico, è diventata un modo per integrarsi nell’eterogenea società altoatesina.