Giustizia

Assassinio del rivale sul Virgolo: Calculli vuole scontare la condanna in comunità 

Ordinanza della Cassazione: gli atti tornano al tribunale di sorveglianza per una valutazione. L’omicida si vide revocare il beneficio (ottenuto a scopo di cura) perché nuovamente indagato



BOLZANO. Michele Calculli, l’omicida del Virgolo, non dovrà tornare in carcere per scontare un residuo di pena di circa cinque anni. Dopo la conferma da parte della Corte di Cassazione della condanna a sei anni e 4 mesi di reclusione per l’omicidio preterintenzionale di Werner Hofer (per questioni di rivalità in amore) Michele Calculli (tramite il proprio legale, l’avvocato Nicola Nettis) tentò già quattro anni fa di ottenere rapidamente l’affidamento ai servizi sociali in prova per esigenze terapeutiche.

L’omicida, infatti, stava e sta seguendo una lunga cura di recupero che avrebbe dovuto proseguire all’esterno del carcere per tutta la durata della pena, seppur ovviamente sottostando alle disposizioni del tribunale di sorveglianza.

Nel 2018 l’opportunità svanì a seguito di una vecchia condanna per reati contro il patrimonio che lo stesso Calculli si vide infliggere qualche tempo fa dal tribunale di Bari. Ora l’opportunità stava per saltare una seconda volta dopo che lo stesso Calculli (autore dell’omicidio avvenuto sul Virgolo la sera del 17 marzo 2013) è rimasto coinvolto in qualità di indagato in una maxi inchiesta per traffici di droga condotta dalla Procura di Trento.

Accusato di associazione a delinquere venne arrestato e rimesso in carcere. Il tribunale di sorveglianza gli revocò l’affidamento ai servizi sociali in prova il 19 ottobre dello scorso anno per “inaffidabilità del soggetto”(nonostante avesse sempre rispettato le disposizioni). In sostanza il tribunale di sorveglianza sostenne che , se avesse conosciuto la nuova pendenza penale in capo a Calculli, non avrebbe mai applicato la misura alternativa concessa a scopi terapeutici a Calculli presso una comunità di recupero. Assieme alla revoca della misura alternativa al carcere, il tribunale aveva anche ritenuto di non considerare espiazione di pena i 7 mesi trascorsi in comunità che, di conseguenza, avrebbero dovuto essere “recuperati”.

È stato l’avvocato Nicola Nettis a coltivare il ricorso per Cassazione contestando la legittimità del provvedimento del tribunale di sorveglianza. Il pronunciamento della Suprema Corte ha premiato l’impostazione giuridica del legale rilevando in primo luogo che la presunta partecipazione all’associazione a delinquere di Calculli per traffici di droga riguarderebbero un periodo antecedente a quello di affidamento alla comunità di recupero.

Gli atti sono stati restituiti allo stesso tribunale di sorveglianza per una valutazione più precisa del caso soprattutto in relazione al comportamento assolutamente regolare tenuto da Calculli durante il periodo trascorso in comunità. Dunque la condotta di Michele Calculli dovrà essere oggetto di nuova valutazione in particolare in relazione ai sette mesi che erano stati considerati non compatibili con la misura alternativa di espiazione della pena. Calculli potrebbe, di conseguenza, tornare presto in comunità. MA.BE.













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