Atleta bolzanino, foto dell’anno

Kaufmann, il geologo handbiker, immortalato alla maratona di Venezia: «L’ho scoperto per caso»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Un cielo grigio gonfio di pioggia, sullo sfondo le gondole e in primo piano un atleta su una handbike che corre nell' acqua alta di Venezia. Uno scatto di grande effetto.

Robert Kaufmann, 53 anni bolzanino, geologo della Provincia con ufficio a Cardano, non avrebbe mai saputo di essere lui il protagonista di quella foto in corsa al concorso nazionale indetto dalla Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche) per la più bella immagine del 2013, se un suo collaboratore non l’avesse vista sul giornalino del Comune di Laives.

«Mi sono informato – racconta Kaufmann – è ho scoperto che l'autore è Marzio Minorello, un fotografo di Padova, che con quella foto ha vinto una serie di concorsi. Tra questi anche quello di Laives».

Kaufmann ha fatto un ingrandimento e ogni volta rivedersi è un'emozione. La tuta e i guanti fradici, sul volto un mix di fatica e grinta: il traguardo è vicino ma non bisogna mollare. «Quando ho visto quella foto – racconta – non ho avuto dubbi: non potevo che essere io il matto che in quelle condizioni ha vinto la maratona di Venezia. Era l'ultima domenica di ottobre del 2012 e c'era un tempo da lupi. Alla partenza da Stra le prime nuvole, poi verso Mestre il peggioramento, a Venezia il diluvio e l'acqua alta. Venti-trenta centimetri, non di più, ma per chi come me corre con un handbike è un disastro, perché sei con il corpo a pochi centimetri dall'asfalto. Non solo: a un certo punto si è alzato vento. Lo avevamo contro e soffiava a 50 km all'ora. Nonostante tutto quella gara l'ho vinta e spero che questo possa portare fortuna anche al fotografo, autore di uno scatto fantastico».

Kaufmann è tra coloro che hanno trovato nello sport e in particolare nell'handbike, la carica giusta per prendersi la rivincita sulla sfortuna. Undici anni fa ha scoperto, dopo una banale caduta con conseguente rottura dei legamenti del ginocchio, di avere una malattia genetica che gli avrebbe lentamente bloccato gli arti inferiori. Come prima cosa ha dovuto abbandonare lo sci. Poi il lento peggioramento: ha cominciato a zoppicare, poi ha dovuto usare il bastone, quindi le stampelle, adesso la sedia a rotelle. È stato difficile accettare la nuova realtà, ma con l'handbike ha riscoperto il piacere di fare sport.

Tre anni fa è salito per la prima volta sulla bici che sfrutta la forza delle braccia.

Così, quasi per caso, il geologo della Provincia ha cominciato ad appassionarsi al punto da passare all'agonismo con gare in Italia e all'estero. La maratona di Venezia l’ha fatta tre volte, ma quella del 2012 è speciale più che per la vittoria, per quella foto.

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