Autismo, aumentano i casi Solo a Bolzano sono 300 

La giornata mondiale. Gli ultimi dati del ministero stimano per l’Italia 1 bimbo autistico ogni 77 Scolati (neuropsichiatra): «Ci arrivano bimbi di 18, 20, 24 mesi con disturbi del neurosviluppo»


Valeria Frangipane


Bolzano. Autismo, nel Comprensorio sanitario di Bolzano si contano circa 300 casi. Bambini e ragazzini che vivono dentro un mondo chiuso, autoreferenziale. Un disturbo del neurosviluppo - quello dell’autismo - caratterizzato dalla compromissione dell'interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d'interessi e comportamenti ripetitivi. Gli ultimi dati dell’Osservatorio nazionale autismo stimano che in Italia 1 bambino ogni 77 sia autistico. Felicita Scolati - neuropsichiatra responsabile del servizio Asl di Psichiatria e Psicoterapia dell'etá evolutiva - in occasione della Giornata mondiale dell’autismo dice che i numeri a Bolzano sono in progressivo aumento. «Da una parte aumenta la consapevolezza e la sensibilità della popolazione, dall’altra nuovi criteri consentono la diagnosi anche di disturbi lievi che in passato non erano individuati. Oggi ci arrivano bimbi anche di 18, 20, 24 mesi che presentano il disturbo. Spesso i genitori se ne rendono conto perchè i piccoli non parlano (non sviluppano il linguaggio), non presentano “contatto di sguardo”, non giocano. In estrema sintesi appaiono bimbi isolati». In Alto Adige esistono quattro ambulatori specialistici dedicati - a Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico - che supportano le famiglie. «Fondamentali per la diagnostica». L’aspetto terapeutico si fa invece più complesso. «In parte ce ne occupiamo noi, in parte i terapisti della riabilitazione (logopedisti, psicomotricisti, ergoterapisti ecc.), in parte alcune associazioni che operano in convenzione. Mi riferisco a “Il cerchio” per Bolzano, “Autòs” a Merano e “Eos” a Brunico ecc». A Bolzano opera anche - ma in privato - la coop TimeAut che ieri era presente all’ingresso dell’ospedale San Maurizio. «Offriamo anche “parent training” sia di gruppo che individuali per aiutare i genitori e ci occupiamo di certificazioni scolastiche perchè tra i banchi i ragazzi possano godere di personale aggiuntivo e programmi personalizzati». Questione che, per carenza di personale, si fa sempre più delicata e complicata. Scolati spiega che a preoccupare sempre di più sono i ragazzini nella fase di passaggio tra le medie e le superiori. Età critica. Se fino a quel momento l’autismo era presente ma non evidente, poi inizia a manifestarsi con forza. «I ragazzini faticano con le amicizie, ad uscire con i compagni, sono spesso vittime di bullismo per i loro comportamenti bizzarri, presi in giro perchè hanno interessi ed abilità particolari, memoria spiccata». Qualche esempio (senza generalizzare)? «C’è chi sa tutto sui pianeti, conosce 1000 esemplari di pesci, conosce tutte le specie animali ecc.». La neuropsichiatra dice che a Bolzano servirebbe un centro diurno dove minori spesso non sono seguiti a scuola e costretti ad orario ridotto per carenza di “personale di copertura”, possano sviluppare attività di tempo libero, giochi sociali ecc. per interfacciarsi con i coetanei ed evitare la depressione. «Per i casi più gravi avremmo bisogno anche di una struttura residenziale per permettere loro di vivere esperienze di maggiore autonomia e per dare fiato ai genitori. Avevamo chiesto aiuto all’ex assessora Martha Stocker ma senza risultato. Torneremo alla carica con Thomas Widmann e Waltraud Deeg».















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