Autismo, un aiuto in più ai malati 

L’Associazione “Il Cerchio” ha inaugurato la nuova sede, di via Aosta 39, per offrire risposte concrete


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Un mondo dal quale non si esce, che nega l’altro e ciò che è differente. Per iniziare a capire l’autismo dobbiamo partire dal termine che lo identifica: autós, in greco “sé stesso”. Un mondo assolutamente chiuso, autoreferenziale, che gira tutt’intorno.

In Alto Adige il servizio Asl di Psichiatria e Psicoterapia dell'etá evolutiva segue più di 200 pazienti autistici (in media due nuove persone l’anno). Felicita Scolati - neuropsichiatra responsabile della struttura Asl al settimo piano dell’Enzian in zona industriale - dice che a Bolzano le famiglie possono contare oltre che sul centro specialistico anche sull’aiuto preziosissimo de “Il Cerchio”. L’associazione fondata nel 2013 da Elena Bortoluzza (psicologa) e Verena Isaia (pedagogista) - lavora in convenzione Asl con bambini, ragazzi e adulti con disturbo dello spettro autistico - e ieri ha inaugurato - con taglio del nastro del sindaco Renzo Caramaschi - i nuovi generosissimi spazi (circa 470 metri quadrati) in via Duca D’Aosta 39. L’autismo spaventa perchè si manifesta con una chiusura nei confronti degli altri e un mancato apprendimento del linguaggio (50% dei casi). Si riconosce per la tendenza a isolarsi, la ripetitività di particolari comportamenti (per esempio, dondolare con il corpo), l’incapacità di capire espressioni e atteggiamenti che caratterizzano la normale vita sociale e affettiva (per esempio, abbracci e sorrisi).

I sintomi non sono uguali per tutti e variano anche a seconda della gravità del disturbo.

La sindrome crea comunque reazioni e situazioni che possono apparire incontrollabili a chi non le riconosce e non le sa gestire. L'associazione sotto la presidenza di Benedetto Dordi offre tutto il sostegno e la professionalità di cui è capace, grazie ad un ambulatorio convenzionato che eroga prestazioni educative-terapeutiche-riabilitative.

«Stiamo dando risposte e supporto a moltissime famiglie, scuole e laboratori protetti. Proponiamo progetti, in collaborazione anche con enti (pubblici e privati). Insomma abbiamo un’attività molto intensa e per questo abbiamo dovuto allargare la pianta organica - oggi siamo in 12 - e cambiare la sede visto che ci serviva più spazio. Il nostro è uno spazio che punta alla riabilitazione dei pazienti ma allo stesso tempo offre sostegno alle famiglie, formazione e consulenza ad enti pubblici e privati, accompagnamento all'inserimento lavorativo, progetti di tempo libero e socializzazione e tanto altro ancora. Il nostro obiettivo è anche quello di lavorare in rete, integrando le risorse disponibili in Alto Adige, valorizzandole e incoraggiando diversi professionisti e servizi a collaborare in un'azione congiunta e questo perchè le situazioni di bisogno non vengano affrontate e risolte solo attraverso lo sforzo tecnico e formale di pochi, ma attraverso la collaborazione corale di molti».

Tanto è stato fatto ma tanto resta da fare.

Felicita Scolati torna a chiedere l'apertura di un Centro diurno a Bolzano. «Speriamo di ottenere il via libera dalla Provincia. Sarebbe utile anche per dare un po' di sollievo alle famiglie».

In Alto Adige si sente anche la mancanza di una struttura residenziale che permetta agli adulti autistici di vivere in maniera indipendente.













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