L’esposto dei Cobas 

Autista denuncia la ditta: mi discrimina

Bolzano. La cassa integrazione ordinaria applicata in modo discriminatorio e scorretto nei confronti di uno dei dipendenti. È quanto i Cobas del Trentino Alto Adige imputano a un’azienda di trasporti...



Bolzano. La cassa integrazione ordinaria applicata in modo discriminatorio e scorretto nei confronti di uno dei dipendenti. È quanto i Cobas del Trentino Alto Adige imputano a un’azienda di trasporti con sede a Bolzano nei confronti di uno dei suoi dipendenti. Per questo, Antonio Mura, legale responsabile della Confederazione Cobas del Lavoro Privato regionale, ha segnalato a procura di Bolzano, Comissariato del governo, Inps, Ispettorato del lavoro e Guardia di Finanza il comportamento dell’azienda, tra il febbraio e il maggio di quest’anno. Il 31 marzo, l’azienda ha firmato un verbale di consultazione sindacale che ha dato il via alla richiesta di “Cigo” (la cassa integrazione guadagni ordinaria) per un periodo di nove settimane e per 42 lavoratori a zero ore, dato che l’emergenza Covid aveva prodotto un fermo totale dell’attività. Richiesta che l’Inps ha autorizzato il 22 aprile. Ma l’azienda, per i Cobas, non si sarebbe comportata secondo la legge. L’8 maggio, infatti, la Confederazione ha scritto a Inps e Ispettorato del lavoro una segnalazione in cui rilevava che alcuni lavoratori erano stati messi in cassa integrazione da più di 60 giorni mentre altri lavoravano regolarmente. Comportamento contrario a quanto stabilito dalla Cassazione vieta all’azienda «discriminazione in coerenza con le finalità e gli scopi della Cigo». Tra i lavoratori, in particolare, ce n’è uno che ha ricevuto in busta paga 136 euro, a marzo, e 155 euro, ad aprile. Una situazione insostenibile, insomma, aggravata dal fatto che l’azienda ha chiesto di poter non anticipare i pagamenti della cassa integrazione, lasciando così il camionista senza anticipi aziendali e senza pagamenti dell’Inps. Alla richiesta di chiarimenti, la ditta prima ha invitato il lavoratore a presentarsi in azienda alle 7 del 21 maggio per «ricevere gli ordini di servizio e prendere in consegna il mezzo». Due giorni dopo, però, la doccia fredda: l’azienda comunica al lavoratore di dimenticarsi di rientrare al lavoro, il tutto accompagnato dagli insulti e dalle minacce del titolare. A quel punto, disperato e in gravi difficoltà economiche, il camionista s’è visto costretto a presentare le dimissioni per giusta causa. La denuncia, specificano i Cobas, è supportata da documenti e file audio.













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