Aziende e famiglie, promessi oltre 600 milioni di ristori 

Provincia. Sommersa dalle proteste, la giunta garantisce le misure per marzo. Kompatscher: senza tagli al bilancio Screening aziendali, non è ancora deciso chi pagherà. Contro i «furbetti» dei codici Ateco una stretta sui negozi aperti



Bolzano. Basta promesse, serve una data certa per i ristori: di fronte a migliaia di attività economiche allo stremo, le associazioni di categoria hanno lanciato l’ultimatum alla giunta provinciale. Il quarto lockdow, fino al 28 febbraio, minaccia di essere accompagnato da una escalation di tensione. La giunta prova a calmare la situazione annunciando per marzo un nuovo pacchetto di misure di sostegno per aziende e famiglie. Dovranno servire per compensare i mancati incassi provocati dalle chiusure decise dalla Provincia e non dallo Stato. Oltre a questo i ristori provinciali dovrebbero aggiungersi alle misure nazionali, per renderle più consistenti. Il piano è stato discusso ieri dalla giunta, con promemoria presentati dagli assessori Philipp Achammer (economia) e Arnold Schuler (turismo).

Oltre 600 milioni di euro

Il budget mobilitato dalla Provincia dovrebbe superare i 600 milioni di euro. Ammonta a circa 500 milioni di euro solo il pacchetto stimato per le aziende. «Vogliamo fare in modo che gli aiuti arrivino a chi più ha subìto danni economici a seguito delle misure restrittive per contenere la pandemia: imprese ma anche privati cittadini e famiglie», spiega il presidente Arno Kompatscher. Tra i beneficiari ci saranno, è la promessa, anche i lavoratori privi di sussidi economici o chi riceve la cassa integrazione. Per quanto riguarda le piccole aziende è previsto un contributo forfettario per chi ha subito un calo di fatturato del 20-30% (la percentuale è in discussione). Per la aziende più grandi, sempre in presenza di un calo del fatturato, la manovra prevederà più criteri.

Nei prossimi giorni verranno elaborate le simulazioni per stabilire entità e ripartizione delle risorse. Sono in corso colloqui con le banche, per giungere a un accordo analogo a quello della primavera del 2020.

Questo l’impegno di Palazzo Widmann: approvare in giunta il pacchetto di misure entro due settimane, per portare la variazione di bilancio in marzo in consiglio provinciale.

Nessun taglio

Un pacchetto di 500-600 milioni di euro equivale a circa un decimo del bilancio provinciale. I ristori verranno inseriti nel bilancio tagliando altre voci del bilancio 2021? Kompatscher assicura che la manovra non andrà a scapito di altri capitoli del bilancio: «Saranno spese aggiuntive, non prevederemo tagli». La giunta conta di ottenere da Roma i 500-600 milioni di euro. La strategia è quella annunciata da tempo: ottenere una moratoria ai 476 milioni di euro dovuti ogni anno allo Stato come contributo al risanamento, cui aggiungere circa 200 milioni di euro di arretrati (accise su scommesse e carburanti). Queste richieste sono entrate nel dossier consegnato dai parlamentari Svp al presidente incaricato Mario Draghi. Ma Svp e Provincia pressano i governi da anni sugli arretrati. Se Roma non dovesse concedere arretrati e moratoria, l’operazione provocherà un buco nel bilancio.

L’economia chiede almeno 620 milioni di euro, mentre l’ala sociale con Helmuth Renzler avverte «per i lavoratori deve essere messo a disposizione il medesimo importo riservato all’economia».

Stretta sui negozi

Kompatscher ha annunciato ieri una revisione dei codici Ateco del commercio che garantiscono l’apertura anche durante il lockdown. È un passo necessario, riferisce con irritazione, per frenare le azioni illecite dei «furbetti» dei codici Ateco, che non potevano mancare: «Ci sono aziende che hanno cambiato il proprio codice Ateco per restare aperti». L’obiettivo deve essere che gli esercizi che restano aperti siano effettivamente quelli ammessi alla vendita di beni di consumo quotidiano oltre che gli alimentari, ribadisce Kompatscher. Le nuove regole entreranno in vigore la settimana prossima.

Gli screening

Le attività produttive e artigianali proseguono il lavoro in queste tre settimane di lockdown, ma la Provincia raccomanda screening periodici sui lavoratori. Categorie, Asl, protezione civile, Croce bianca e Croce rossa ne hanno discusso anche ieri. La Provincia è disponibile a fornire spazi e decine di migliaia di test. Le aziende, dice Kompatscher, dovrebbero sostenere gli altri costi, cioè il personale per i test. Le associazioni non sono convinte. «Contiamo che la Provincia possa dare un sostegno economico, oltre ai kit», riferisce Claudio Corrarati (Cna). Nei prossimi giorni verrà pubblicata una circolare. A quel punto la prima settimana di lockdown sarà terminata e ne resteranno due. FR.G.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità