Badanti, diminuisce il nero Ora vogliono il contratto

Pirolo (Cgil): «Nel 2013 sono cresciuti del 5%. Seimila posizioni aperte» Nel suo ultimo libro Annemarie Profanter racconta questo mondo «invisibile»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. In Alto Adige, come nel resto d’Italia, il numero delle badanti sta crescendo di anno in anno. Ma in provincia di Bolzano si sta registrando, nell’ultimo periodo, un dato in controtendenza: «Posto che una su tre circa lavora ancora in nero - sottolinea Marco Pirolo del Caaf della Cgil - va detto che nell’ultimo anno il numero dei contratti è aumentato del 5%: stiamo assistendo ad una spinta, dal basso, verso la regolarizzazione».

Le cifre. In gioco ci sono numeri importanti. «Le posizioni aperte all’Inps - continua Pirolo - sono ormai poco meno di 6 mila, a cui bisogna aggiungere circa 3 mila badanti non regolarizzate. Fino a poco tempo fa, tra l’altro, l’80% delle collaboratrici non pagava le tasse. E questo perché le persone fisiche che le assumevano non potevano fungere da sostituto d’imposta». Da quest’anno, invece, anche le badanti, per la prima volta, possono presentare il 730. «All’ultima assemblea, rivolta alle nostre associate, abbiamo assistito ad un fenomeno nuovo. Si sono presentate molte badanti che lavoravano in nero, desiderose di uscire allo scoperto. E pagare le tasse. Molte di loro, infatti, non sapevano di avere la possibilità di detrarre le spese per l’affitto o quelle sanitarie. Farsi regolarizzare conviene sia al datore di lavoro, che altrimenti rischia un procedimento penale, che alla badante. Mi auguro che questo trend continui».

Il libro. A raccontare questo mondo nel libro «Badanti – Pflegen in der Fremde – Assistere in terra straniera», stampato dalla casa editrice Weger, è la professoressa Annemarie Profanter della Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano. La Profanter analizza proprio il maggior bisogno di queste figure. «I cambiamenti demografici e l’invecchiamento generalizzato della popolazione - spiega la docente - hanno messo in crisi il sistema di cura e le famiglie. La scarsità di enti e servizi sociali per le persone anziane, la crisi del welfare locale, l’aumento dell’occupazione femminile e il desiderio delle persone anziane di essere curate a casa, sono tutti fattori che favoriscono la crescita di un mercato del lavoro nell’ambito domestico e della cura».

La maggior parte delle badanti (circa il 90%) sono straniere e vengono prevalentemente dall’Europa dell’Est. «La globalizzazione ha fatto sì che il lavoro di cura venga svolto da persone straniere, il cui lavoro è caratterizzato dalla precarietà e invisibilità sociale e di conseguenza non emerge nel dibattito pubblico». Il 22 maggio alle 18 il libro sarà presentato alla Biblioteca delle donne, in piazza Parrocchia 16 a Bolzano. Un’occasione importante, dunque, per saperne di più.

I minimi contrattuali. «Chi ha in casa una badante che paga in nero - spiega Marco Pirolo - spesso non sa nemmeno che con il contratto di categoria approvato di recente non andrebbe a spendere molto di più». Per fare compagnia a persone autosufficienti lo stipendio minimo per le lavoratrici conviventi è di 717,12 euro. I collaboratori familiari (pulizie ecc.) hanno diritto ad un trattamento economico minimo di 772,28 euro, ma si passa a 937,78 euro per l’assistenza alle persone non autosufficienti. Se a fare lo stesso lavoro sono persone diplomate, come le infermiere, si passa a 1.158,42 euro o 1.332,20 in caso di assistenza notturna.

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