Badia, l’obiettivo è il lavoro a monte della zona franata

Il movimento, presidiato 24 ore su 24, per ora è stabile Il sindaco: «Dobbiamo trovare le infiltrazioni e incanalarle»


di Ezio Danieli


BADIA. É stato un Natale decisamente più sottotono, per non dire triste, quello vissuto da alcune persone in Alta Badia. Colpa di quella maledetta frana caduta due venerdì fa sulle case delle frazioni a ridosso della casa natale del santo Freinademetz. Per questo, più di trenta persone hanno trascorso le feste natalizie lontane dalle loro abitazioni, tre delle quali sono crollate sotto il peso del grande movimento franoso. Le altre case, appena sfiorate dalla terra e dai sassi caduti a valle, sono ancora inabitabili: troppo alto il rischio che la frana scivoli ancora, anche se il pericolo più grosso appare scongiurato visto che i controlli, 24 ore su 24, dicono che il movimento del terreno s'è fermato. O procede di centimetri, che vengono ritenuti quasi normali.

Gli evacuati dormono presso parenti e amici. La solidarietà, a Badia come nel resto della provincia, è concreta.

«E di questo siamo grati a tutti - dice il sindaco Giacomo “Iaco” Frenademetz, che sotto la frana ha perduto la casa, l'auto, gli effetti personali -. Se il buon Dio ci darà una mano riusciremo a venire fuori da questa terribile situazione».

Ma Frenademetz non si dimentica di essere anche il sindaco, soprattutto in questi giorni che dovrebbero essere di festa. Anche a Natale ha fatto visita alle famiglie degli (altri) sfollati, fra i quali anche quelle dei due figli che hanno perduto la casa. «Adesso - dice - i lavori a valle sono a buon punto. Il rio Gadera è stato sistemato, i pericoli immediati non ci sono più. Ma bisognerà lavorare a monte con le ruspe per trovare l'acqua che, infiltratasi, ha generato la frana. Una volta trovata, la dovremo incanalare e spostare.Le tubature sono già pronte».

Intanto la zona colpita dal movimento franoso è un grande cantiere. Che s'è fermato solo nei giorni di Natale. Domenica è stata aperta la strada provvisoria che porta alle frazioni, stamane i lavori riprenderanno, da domani a disposizione degli evacuati ci sarà anche uno psicologo che opererà a fianco del personale della Croce bianca che è operativo 24 ore su 24.

«La solidarietà - dice una degli sfollati - è stata esemplare. I vigili del fuoco sono entrati più volte nella mia abitazione che per fortuna non è lesionata. Sono riusciti a portare fuori tutto quello che mi serviva, elettrodomestici compresi. Li voglio ringraziare uno per uno per il grande lavoro che hanno fatto».

I bambini delle famiglie evacuate sono fra i pochi, in questi giorni a Badia, che hanno preso la loro situazione con allegria. I genitori - grazie anche alla solidarietà dei paesani - non hanno fatto mancare loro i regali di Natale. «Per i bimbi deve essere una festività come le precedenti: guai se manca loro qualcosa», è il commento. Ma i piccoli, inconsciamente, sanno che è un Natale diverso. Non si sono ancora abituati alla nuova situazione. Giocando con le bambole o col trenino si sono adeguati ma ogni tanto chiedono ai genitori quando potranno tornare a casa. Mamme e papà non sanno cosa rispondere, bisognerà attendere ancora. Almeno fino a quando non arriverà il benestare di geologi e tecnici che stanno studiando il movimento (lento, quasi impercettibile) della frana e le conseguenze che ha lasciato sul pendio.

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